
Nel cuore del deserto del Negev, in Israele, sorge il Centro di Ricerca Nucleare Shimon Peres, un luogo da sempre avvolto nel più fitto mistero. Recentemente, nuove immagini satellitari, catturate da Planet Labs, hanno riacceso l’attenzione globale su questo sito.
Secondo un’analisi condotta da esperti e divulgata dall’agenzia di stampa Associated Press (AP), le immagini mostrerebbero un’attività di costruzione significativa, sollevando interrogativi su un possibile ampliamento del reattore esistente o sulla realizzazione di una nuova struttura per l’assemblaggio di armi nucleari.
Un programma nucleare avvolto nel segreto
Il programma nucleare israeliano è un segreto di stato che risale agli anni Cinquanta, con la costruzione del reattore di Dimona. Nonostante Israele non abbia mai ammesso né smentito di possedere armi atomiche, è ampiamente presunto che il Paese ne faccia parte, insieme a una cerchia ristretta di nazioni: Stati Uniti, Russia, Regno Unito, Francia, Cina, India, Pakistan e Corea del Nord. A differenza dei primi cinque, Israele, come India, Pakistan e Corea del Nord, non ha mai aderito al Trattato di Non Proliferazione Nucleare (TNP), un accordo internazionale volto a prevenire la diffusione delle armi nucleari. Questo rifiuto di firmare il trattato ha contribuito ad alimentare la segretezza e la preoccupazione internazionale sul suo programma. Nonostante il velo di mistero, il Bulletin of Atomic Scientists ha stimato nel 2022 che Israele possieda circa 90 testate nucleari, un numero che lo colloca tra le potenze nucleari di medie dimensioni.
Le nuove immagini satellitari

Le immagini in questione, scattate il 5 luglio 2025, mostrano lavori di costruzione in corso nelle vicinanze del reattore originale. Sebbene i dettagli siano difficili da decifrare, gli analisti hanno avanzato diverse ipotesi. Jeffrey Lewis, un esperto del James Martin Center for Nonproliferation Studies, ha dichiarato all’AP che si tratta “probabilmente di un altro reattore”. Pur riconoscendo che il giudizio si basa su indizi, ha sottolineato che “questa è la natura della questione”, data la segretezza che circonda il sito. Altri specialisti, anch’essi intervistati dall’agenzia, hanno suggerito che la nuova struttura potrebbe essere un reattore ad acqua pesante, un tipo di reattore particolarmente adatto alla produzione di plutonio, un elemento chiave per le armi nucleari. Altri ancora ipotizzano che la costruzione non sia un reattore in sé, ma una nuova struttura per l’assemblaggio di ordigni nucleari.
Le speculazioni riguardo l’espansione del sito di Dimona hanno implicazioni significative per la stabilità regionale e globale. Nel contesto del Medio Oriente, una regione già tesa e caratterizzata da conflitti geopolitici, qualsiasi segnale di espansione di un programma nucleare potrebbe essere interpretato come un’escalation. Potrebbe innescare una corsa agli armamenti nucleari, spingendo altri Paesi della regione, come l’Iran, a intensificare i propri programmi. Inoltre, la mancanza di trasparenza israeliana continua a rappresentare una sfida per gli sforzi di non proliferazione a livello mondiale. Sebbene Israele abbia sempre sostenuto che il suo programma è puramente deterrente, la segretezza alimenta i timori e rende difficile la sorveglianza da parte della comunità internazionale. La possibilità che Israele stia aumentando la sua capacità di produzione o di assemblaggio di armi nucleari, se confermata, porrebbe seri interrogativi sul suo ruolo e sulle sue intenzioni nel panorama geopolitico attuale.