
Prima la Francia, ora la Germania. Anche Berlino ha deciso di dotarsi di un piano di preparazione sanitaria in caso di conflitto. Il Senato della capitale tedesca ha infatti presentato un documento intitolato “Piano quadro per la difesa civile degli ospedali”, che definisce nel dettaglio come organizzare l’assistenza in contesti estremi: dalla gestione dei feriti di guerra fino alla possibilità di evacuare interi quartieri.
Un piano pensato per scenari estremi
Non si tratta solo di accogliere militari feriti, ma di garantire la continuità delle cure di base per la popolazione civileanche in condizioni di collasso. Nel documento si ipotizzano situazioni drammatiche, come la distruzione di edifici ospedalieri, combattimenti nelle strade della capitale o addirittura l’abbandono temporaneo della città. In tali circostanze, ogni ospedale dovrebbe poter ospitare fino a cento soldati feriti al giorno, senza interrompere i servizi essenziali ai cittadini.
Le autorità hanno spiegato che l’obiettivo è duplice: assicurare la resilienza del sistema sanitario e al tempo stesso creare un nodo logistico al servizio della Nato. Berlino potrebbe infatti trasformarsi in un centro strategico per lo smistamento di materiali, mezzi e soprattutto di militari provenienti dal fronte orientale, con uno sguardo inevitabilmente rivolto alle tensioni con la Russia e alla guerra in Ucraina.
Nuovi posti letto e personale formato
La senatrice alla Salute Ina Czyborra ha illustrato i punti principali del progetto, elaborato insieme alla Bundeswehr. Gli ospedali civili dovranno predisporre posti letto aggiuntivi, percorsi di emergenza rapidi e personale preparato a gestire ferite di guerra, traumi complessi, amputazioni e danni da esplosione.
In questo quadro, la capitale diventerebbe una vera e propria piattaforma militare e sanitaria, integrata nella strategia dell’Alleanza atlantica. Le strutture ospedaliere sarebbero collegate in una rete di emergenza capace di ridistribuire i pazienti tra i diversi centri, per garantire continuità anche in caso di bombardamenti o crolli infrastrutturali.
Il precedente francese
Solo pochi giorni fa era stata la Francia a muoversi in questa direzione. Il ministero della Salute di Parigi aveva inviato alle agenzie regionali una circolare che chiedeva di predisporre strutture temporanee e accogliere fino a 100 pazienti al giorno per due mesi consecutivi.
La Germania ha scelto un modello ancora più esteso: non solo cura dei feriti, ma scenari urbani che prevedono evacuazioni di quartieri interi e continuità operativa degli ospedali non colpiti. Questo significa anche riorganizzare la logistica: trasporti, comunicazioni, distribuzione di farmaci e dispositivi medici.
La capitale come hub Nato
Il fatto che Berlino sia stata individuata come centro nevralgico non è casuale. La città si trova a ridosso del confine orientale dell’Alleanza, in direzione della Russia, dove lo scenario geopolitico rimane teso. La trasformazione degli ospedali in strutture di difesa civile rafforza il ruolo della Germania come pilastro europeo della Nato, non solo in campo militare, ma anche sanitario.
Per i cittadini tedeschi il messaggio è chiaro: il sistema sanitario dovrà essere pronto non solo a gestire emergenze civili, ma anche a reggere l’impatto di una guerra moderna, con feriti da conflitti urbani e interruzioni di servizi essenziali. Un cambio di prospettiva che segna l’ingresso dell’Europa in una nuova fase, in cui la sicurezza sanitaria diventa parte integrante della strategia di difesa.