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“Uniti contro la destra? Non è vero!”. Sinistra in pezzi: cosa succede

Pubblicato: 07/09/2025 16:06
Azione Pd uniti destra

La scena politica italiana continua a muoversi tra dichiarazioni e contrapposizioni che mettono in luce le profonde differenze strategiche tra le forze di opposizione. Da un lato, la segretaria del Partito Democratico Elly Schlein rivendica con forza la costruzione di un fronte progressista unito in vista delle prossime elezioni regionali. Dall’altro, il vice-segretario di Azione, Ettore Rosato, prende nettamente le distanze dal concetto di “campo largo” e respinge con decisione l’idea di una collocazione comune.
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Il dibattito si concentra sul futuro equilibrio politico, sulle strategie elettorali e sulla capacità dei partiti di trovare una linea comune contro la coalizione guidata da Giorgia Meloni, che governa il Paese.

Rosato: “Noi non facciamo parte del campo largo”

Intervistato da Affaritaliani, Ettore Rosato ha voluto chiarire la posizione di Azione, partito guidato da Carlo Calenda. «Non è vero, noi del campo largo non facciamo parte. Non ci siamo in nessuna forma e non ci saremo», ha dichiarato il vice-segretario, sottolineando come la strategia politica del suo partito resti autonoma e alternativa tanto alla destra quanto al centrosinistra.

Rosato ha ribadito che eventuali alleanze locali, come il sostegno a Decaro in Puglia e a Manildo in Veneto, sono frutto di scelte legate ai profili dei candidati, valutati come riformisti e non attratti da ciò che definisce «le sirene del populismo grillino». Al contrario, ha criticato duramente l’esperienza in Toscana con Eugenio Giani, accusato di essersi avvicinato al Movimento 5 Stelle.

Le critiche al Pd e alla sinistra populista

Per Rosato, l’idea di un campo largo trainato da figure come Giuseppe Conte, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli non rappresenta un progetto utile al Paese. «In una coalizione così, dove il Pd si adegua a logiche ideologiche, non si costruisce nulla di concreto», ha affermato, parlando di un approccio che rischia di inseguire bandiere simboliche piuttosto che politiche pragmatiche.

Ha inoltre richiamato l’esempio di un recente intervento di Mario Draghi al Meeting di Rimini, definendolo un modello di serietà e visione che la politica italiana dovrebbe assumere per guardare al futuro. Secondo Rosato, lo scenario attuale è invece segnato da «uno scontro sul nulla», incapace di dare risposte ai problemi reali del Paese.

Schlein rivendica l’unità del centrosinistra

Di tono opposto l’intervento di Elly Schlein, che in un’intervista al Corriere della Sera ha parlato con soddisfazione del lavoro svolto per garantire una coalizione progressista unita in tutte le regioni al voto. «Sono molto felice: siamo riusciti a mettere in campo una coalizione compatta, la stessa ovunque. Non succedeva da almeno vent’anni», ha dichiarato la segretaria del Pd.

Per Schlein, il fatto che il centrosinistra si presenti con coesione rappresenta un cambio di passo storico e un segnale di forza nei confronti della premier Meloni. «Non faremo più il favore alla destra di dividerci», ha aggiunto, sostenendo che l’unità sia l’unica strada per sfidare efficacemente la coalizione avversaria.

Le priorità del Pd in campagna elettorale

Nel delineare le prossime sfide, Schlein ha evidenziato alcuni temi centrali delle campagne regionali: la sanità pubblica, considerata una priorità assoluta; il salario minimo, strumento per combattere la precarietà; e il costo dell’energia, con la proposta di scollegare il prezzo dell’elettricità da quello del gas, come già fatto in altri Paesi europei.

La leader dem ha inoltre ringraziato il governatore Michele Emiliano per la disponibilità a non ricandidarsi in Puglia, interpretando la scelta come un atto di generosità utile a rinnovare la classe dirigente locale. In Campania, invece, ha indicato Roberto Fico come figura capace di rappresentare un fronte ampio e credibile contro la destra.

Due visioni inconciliabili

Il confronto tra le posizioni di Rosato e Schlein mostra come le opposizioni siano tutt’altro che unite. Se da una parte il Partito Democratico punta a rafforzare la propria coalizione allargando il perimetro del centrosinistra, dall’altra Azione insiste su una linea autonoma, distante sia dalle politiche della destra che da quelle che giudica populiste a sinistra.

Questa frattura rischia di pesare sulle prossime elezioni regionali, mettendo in discussione la reale possibilità di costruire un fronte alternativo alla coalizione di governo. Per ora, l’unica certezza è che la strada verso l’unità appare ancora lunga e accidentata.

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