
Il mondo è entrato in una fase nuova e più pericolosa sul fronte del nucleare. A dirlo è Rafael Grossi, direttore generale dell’Aiea, che in un’intervista ha descritto uno scenario in cui la proliferazione atomica torna a essere una minaccia concreta, mentre il disarmo si è fermato e nuovi Stati valutano apertamente di dotarsi della bomba.
Grossi sottolinea che il processo di riduzione degli arsenali è interrotto da tempo e che alcuni Paesi, compresa la Cina, hanno ripreso a produrre nuove testate. “Sento parlare con disinvoltura di attacchi nucleari tattici, un segnale molto negativo” ha spiegato, aggiungendo che ciò che preoccupa di più è l’apertura di governi in Asia, in Asia Minore e nel Golfo Persico a un possibile ingresso nel club nucleare. Secondo il direttore dell’Aiea, un mondo con 20 o 25 Stati in possesso dell’atomica sarebbe “imprevedibile e pericoloso”.
Iran e il rischio proliferazione
Il tema iraniano resta al centro. Dopo l’attacco israeliano di giugno ai siti nucleari, gli ispettori dell’Aiea sono riusciti a tornare solo alla centrale di Bushehr, ma non hanno ancora avuto accesso agli impianti colpiti né ai 400 chili di uranio arricchito al 60 per cento. Grossi precisa che la comunità internazionale è giustamente preoccupata, perché l’Iran è l’unico Paese al mondo che, pur non possedendo l’arma, arricchisce l’uranio a livello militare. L’agenzia ritiene che parte del materiale si trovi a Isfahan e Natanz, ma da mesi non ci sono verifiche dirette.

Il direttore ha confermato l’esistenza del nuovo laboratorio sotterraneo di Isfahan, forse destinato all’arricchimento. L’ispezione era stata autorizzata, ma il giorno fissato è coinciso con i raid israeliani. Grossi ammette che non ci sono segnali di una ripresa immediata del programma nucleare, ma avverte che i margini di controllo si sono ridotti.
Israele, Zaporizhzhia e le altre tensioni
Alla domanda sull’arsenale israeliano, Grossi ha ricordato che lo Stato ebraico mantiene una politica di “opacità”: non conferma né smentisce, ma secondo il consenso internazionale possiede già la bomba. Sul fronte europeo, resta ad alta tensione la centrale di Zaporizhzhia, in Ucraina, tuttora in zona di combattimenti. L’impianto non è operativo ma conserva funzioni di sicurezza, mentre gli ispettori Aiea continuano a registrare scambi di artiglieria e droni.
Grossi vive da tempo sotto scorta a Vienna per minacce considerate credibili dalle autorità austriache. Non entra nei dettagli, ma lascia intendere che possano provenire dall’area mediorientale.
Diplomazia in crisi
Il direttore dell’Aiea ha parlato anche del colloquio avuto in Vaticano con Papa Leone, sottolineando che “evitare la guerra è la priorità assoluta”. Da cattolico, ha aggiunto, considera il pontefice un leader spirituale di riferimento.
Guardando alla recente parata militare di Pechino, con la presenza di Putin e Kim Jong-un, Grossi ha ribadito che la priorità globale è la diplomazia. “Abbiamo urgente bisogno di più dialogo” ha concluso, ricordando che un mondo con più bombe e meno controlli è un mondo più vicino al baratro.