Vai al contenuto

Kiev, come ha fatto la Russia a colpire l’obiettivo più difeso

Pubblicato: 07/09/2025 11:59

KIEV – La scena che si presenta davanti agli occhi è surreale: strade deserte, palazzi sventrati, le facciate annerite dal fuoco. Per la prima volta dall’inizio della guerra i missili russi sono riusciti a colpire il cuore politico dell’Ucraina, centrando i palazzi del governo nel centro della capitale. Davanti al Parlamento, l’area è transennata e protetta da fili spinati. I vigili del fuoco continuano a lavorare senza sosta, mentre i vetri frantumati e le macerie coprono la strada. Sui piani alti dell’edificio che ospita le riunioni del gabinetto dei ministri le fiamme hanno lasciato cicatrici profonde, simbolo della vulnerabilità di quella che fino a ieri sembrava una roccaforte impenetrabile.

Il colpo inferto a Kiev ha provocato un’ondata di shock. Non si tratta soltanto di un attacco militare: è un segnale politico e strategico. In città il bilancio è pesante: tre morti, tra cui una madre e il suo bambino di appena due mesi, e oltre venti feriti. L’offensiva non ha risparmiato altre zone: a Odessa sono stati segnalati danni ingenti, mentre a Sumy si registra almeno un morto e dodici feriti. Anche nella regione di Zaporizhzhia il fuoco russo ha lasciato due vittime.

La strategia dell’attacco

Secondo le prime analisi, il successo russo è dovuto alla saturazione delle difese aeree ucraine. In poche ore nei cieli del Paese sarebbero stati lanciati 805 droni e 13 missili, un numero tale da mettere in seria difficoltà le batterie antiaeree. Gli esperti sottolineano come l’obiettivo fosse proprio quello di confondere e sovraccaricare i sistemi di difesa, rendendo impossibile intercettare ogni minaccia. Una tattica già vista in passato, ma mai applicata con questa intensità e coordinazione.

Per gli ucraini è stata la notte più dura da mesi. I radar hanno segnalato bersagli in arrivo da direzioni diverse, con traiettorie imprevedibili. Mentre i missili a lungo raggio colpivano infrastrutture critiche e obiettivi simbolici, gli sciami di droni hanno seminato panico tra la popolazione, rendendo estremamente complesso distinguere le minacce reali dai bersagli di distrazione. La scelta di combinare le due armi ha reso l’offensiva particolarmente efficace: i droni hanno saturato i radar e le difese, i missili hanno colpito i bersagli strategici.

Difese ucraine sotto pressione

La difesa aerea ucraina si basa su un mix di sistemi di origine sovietica e tecnologie occidentali fornite negli ultimi due anni. Tra questi figurano i Patriot americani, i Samp/T italo-francesi, i Gepard tedeschi e i Nasams norvegesi. Strumenti sofisticati, ma limitati nel numero e nella copertura. La loro efficacia dipende dalla possibilità di concentrare il fuoco su un numero ridotto di bersagli.

La strategia russa di attacco simultaneo da più direzioni ha reso impossibile gestire l’intera ondata. Molti droni sono stati abbattuti, ma la quantità complessiva ha permesso a missili più veloci e difficili da intercettare di raggiungere gli obiettivi. Gli esperti ricordano che la saturazione è la principale debolezza delle difese moderne: anche i sistemi più avanzati hanno limiti di munizionamento e tempi di reazione.

Le conseguenze politiche e militari

Il bombardamento di Kiev segna un salto di qualità. Non è solo la capacità militare russa a destare preoccupazione, ma anche il messaggio inviato al governo di Volodymyr Zelensky e all’Occidente. Dimostrare di poter violare il cuore della capitale, considerata fino a oggi una delle aree più protette al mondo, significa mettere in discussione la resilienza del Paese e l’efficacia del sostegno internazionale.

Gli analisti parlano di una svolta potenzialmente decisiva: con le iniziative diplomatiche ferme al palo e i negoziati in stallo, Mosca potrebbe aver scelto la via dell’escalation per forzare le condizioni sul tavolo. Il fallimento dei tentativi di mediazione rischia così di aprire la strada a un aumento esponenziale degli attacchi su larga scala. Non solo contro le infrastrutture energetiche e logistiche, ma anche contro i simboli del potere politico, con l’obiettivo di piegare la resistenza morale del Paese.

Le reazioni internazionali non si sono fatte attendere: condanne unanimi da parte di Stati Uniti, Unione europea e NATO, che parlano di un’aggressione mirata a destabilizzare l’intera regione. Ma al di là delle parole resta il problema concreto della difesa aerea ucraina, che, nonostante i sistemi avanzati forniti dall’Occidente, non ha retto a un attacco di questa portata.

Kiev, intanto, cerca di rialzarsi. La popolazione vive con la consapevolezza che i prossimi giorni potrebbero essere ancora più duri. L’odore di bruciato nel centro della capitale è il segno tangibile che la guerra non conosce più limiti né linee rosse, e che anche il cuore del potere politico ucraino può essere violato. Gli analisti sono concordi: se non arriverà una svolta diplomatica, il conflitto entrerà in una nuova fase, ancora più violenta e imprevedibile.

Continua a leggere su TheSocialPost.it

Hai scelto di non accettare i cookie

Tuttavia, la pubblicità mirata è un modo per sostenere il lavoro della nostra redazione, che si impegna a fornirvi ogni giorno informazioni di qualità. Accettando i cookie, sarai in grado di accedere ai contenuti e alle funzioni gratuite offerte dal nostro sito.

oppure