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Strage in Nigeria, almeno 60 morti in un attacco jihadista

Pubblicato: 07/09/2025 06:33

Un’ondata di violenza ha travolto ancora una volta il nord-est della Nigeria. Nella città di Darul Jama, al confine con il Camerun, almeno 60 persone sono state uccise in un attacco condotto da miliziani jihadisti. Gli aggressori, arrivati in motocicletta, hanno aperto il fuoco con fucili d’assalto contro civili e militari, per poi incendiare le abitazioni. Tra le vittime figurano anche cinque soldati, a conferma che l’obiettivo era colpire la presenza statale in una zona da sempre esposta all’offensiva dei ribelli.

Una strategia di terrore nelle aree rurali

Il raid ha avuto un andamento fulmineo e devastante. Dopo le prime sparatorie, gli assalitori hanno appiccato incendi in più punti, lasciando la popolazione in preda al panico. La città di Darul Jama ospita una base militare, ritenuta uno degli obiettivi principali, ma a pagare il prezzo più alto sono stati ancora una volta i civili. La scelta di colpire villaggi isolati non è casuale: le aree rurali del nord-est, scarsamente presidiate, restano estremamente vulnerabili a operazioni di questo tipo.

Boko Haram e la nascita di Iswap

Il nord-est della Nigeria vive da oltre un decennio sotto la minaccia jihadista. Dopo l’ascesa di Boko Haram nei primi anni Duemila e la spirale di violenze culminata fra il 2013 e il 2015, il movimento si è frammentato, dando vita a nuove sigle. Tra queste, la più potente è lo Stato islamico dell’Africa occidentale (Iswap), una costola legata all’Isis che ha progressivamente scalzato Boko Haram, imponendosi come principale forza jihadista nella regione.

A differenza della matrice originaria, più caotica e indiscriminata, Iswap ha adottato una strategia militare più strutturata, colpendo in particolare postazioni dell’esercito e infrastrutture dello Stato nigeriano, pur senza risparmiare i civili.

Una minaccia che non arretra

Nonostante il governo di Abuja e l’esercito abbiano annunciato più volte di aver contenuto la violenza, il nord-est della Nigeria continua a essere teatro di massacri. La capacità dei jihadisti di muoversi rapidamente su motociclette, di sfruttare il terreno impervio e di colpire villaggi lontani dalle grandi città rende difficile un controllo capillare.

La strage di Darul Jama dimostra che, a dieci anni dal picco del conflitto con Boko Haram, la minaccia jihadista non si è esaurita ma ha cambiato volto. Oggi la Nigeria deve fronteggiare un nemico meno visibile ma ancora radicato, in grado di destabilizzare intere comunità con attacchi rapidi e sanguinosi.

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