
Donald Trump alza i toni e lancia un vero e proprio ultimatum ad Hamas. Dal suo social, Truth, il presidente americano ha inviato un messaggio diretto e senza possibilità di fraintendimenti: “Devono liberare tutti gli ostaggi o ci saranno delle conseguenze. Li ho avvertiti”. Parole che segnano un punto di svolta, perché accompagnate da una promessa ancora più netta: “Questo è il mio ultimo avvertimento, non ce ne sarà un altro”.
Ultimatum senza precedenti
Trump ha ribadito che “tutti vogliono che gli ostaggi tornino a casa”, un concetto che secondo lui non ammette discussioni. Ha aggiunto che “tutti vogliono che questa guerra finisca”, sottolineando come l’unica strada per arrivare alla pace sia la liberazione immediata dei prigionieri nelle mani di Hamas. Non si tratta, dunque, solo di un appello, ma di una condizione vera e propria.
Nello stesso messaggio, Trump ha voluto chiarire che Israele ha già accettato le sue condizioni, dimostrando apertura e volontà di porre fine al conflitto. Un punto che il presidente ha rimarcato con forza per mettere Hamas all’angolo: se una delle parti ha scelto la via della collaborazione, l’altra non può sottrarsi senza pagarne le conseguenze.
“Ci saranno conseguenze”
Il cuore del discorso, tuttavia, è rappresentato dall’avvertimento. Trump non ha usato mezzi termini: “Ho avvertito Hamas delle conseguenze se rifiuta”. Non specifica quali saranno queste conseguenze, ma la frase è già di per sé un chiaro messaggio di minaccia. La scelta delle parole non lascia spazio a interpretazioni diplomatiche: o Hamas accetta, o dovrà affrontare una risposta che potrebbe cambiare radicalmente gli equilibri del conflitto.

Le dichiarazioni del presidente non sono soltanto rivolte a Hamas, ma anche alla comunità internazionale. Trump sa che ogni suo messaggio ha una risonanza globale e la sua strategia sembra puntare a mostrare una leadership decisa, intransigente e pronta all’azione. L’uso di Truth come canale di comunicazione amplifica il valore simbolico di queste parole: non un discorso ufficiale in conferenza stampa, ma un messaggio diretto, veloce, destinato a raggiungere milioni di persone in pochi secondi.
Quello che emerge è uno scenario estremamente delicato: da un lato la richiesta di pace e liberazione degli ostaggi, dall’altro la minaccia di conseguenze imprecisate ma potenzialmente devastanti. Trump si pone come arbitro e garante della fine del conflitto, ma allo stesso tempo alza il livello di pressione, rischiando di incendiare ulteriormente la situazione se Hamas decidesse di non cedere.