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Il governo francese è caduto: la notizia che scuote l’Europa

Pubblicato: 08/09/2025 19:11

Parigi, 8 settembre 2025 – In una giornata cruciale per la politica francese, il primo ministro François Bayrou è stato sfiduciato dall’Assemblea nazionale, decretando così la caduta del suo governo di minoranza. Il voto si è concluso con 364 voti contrari e 194 favorevoli: un risultato che non lascia spazio a interpretazioni. Per la prima volta nella storia della Quinta Repubblica, un esecutivo cade dopo un voto di fiducia richiesto dallo stesso premier.

Il voto, iniziato alle 18:30, si è svolto in un clima di forte tensione politica. Bayrou, nel suo intervento conclusivo, aveva lanciato un appello accorato: «Un Paese non può rinunciare alla propria sovranità, né accettare la sottomissione ai creditori. Siamo responsabili del futuro del popolo francese». Un discorso che non è però bastato a ricompattare l’aula.

L’ex premier ha cercato legittimazione in un Parlamento spaccato, ma ha finito per segnare la propria uscita di scena. La sua decisione di chiedere un voto di fiducia, pur non disponendo di una maggioranza assoluta, è stata giudicata da molti osservatori un azzardo politico. I numeri dell’aula non gli hanno dato scampo.

Tra gli interventi più duri durante il dibattito, quello di Mathilde Panot di La France Insoumise: «Non condividiamo la tua diagnosi, e ancor meno i tuoi rimedi», ha attaccato la leader del gruppo parlamentare della sinistra radicale, sottolineando l’opposizione totale del suo partito alle politiche economiche del governo.

La situazione apre ora uno scenario politico complesso. Emmanuel Macron, presidente della Repubblica, dovrà individuare un nuovo premier in grado di ottenere la fiducia dell’Assemblea. Tra i nomi più citati ci sono Pierre Moscovici, figura di garanzia per il centrosinistra, e Gérald Darmanin, esponente della destra moderata e attuale Guardasigilli. Ma l’ipotesi di un governo tecnico o di unità nazionale resta sul tavolo.

Il rischio di un ritorno anticipato alle urne è concreto. Il Rassemblement National di Marine Le Pen e La France Insoumise di Mélenchon chiedono non solo nuove elezioni legislative, ma anche le dimissioni di Macron e l’elezione di un nuovo presidente. Macron, però, ha ribadito la volontà di restare in carica fino alla primavera 2027, termine naturale del suo secondo mandato.

In un editoriale per Le Monde, Federico Rampini ha sottolineato come la crisi francese sia anche una crisi europea. «La Francia è la nuova Italia», scriveva giorni fa il Wall Street Journal, criticando la fragilità politica di Parigi. Il paragone con l’instabilità storica dei governi italiani non è passato inosservato, e solleva interrogativi sul futuro della leadership europea.

L’ex premier Gabriel Attal, intervenuto nel dibattito, ha avvertito: «Ogni mese di incertezza rappresenta una minaccia per il futuro del popolo francese». Attal ha ricordato le ripercussioni concrete dell’assenza di un bilancio, dai tagli alla difesa alle difficoltà nella gestione dei servizi pubblici, invitando le forze politiche a non perdere tempo prezioso.

La sfiducia a Bayrou rappresenta un precedente storico nella Quinta Repubblica, che fino ad oggi non aveva mai visto un governo cadere per un voto di fiducia richiesto dallo stesso premier. La Francia entra ora in una fase di profonda instabilità politica, con effetti potenzialmente rilevanti non solo per il paese ma per tutta l’Unione europea.

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