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Il governo francese è caduto: cosa succede ora e cosa rischia Macron

Pubblicato: 08/09/2025 19:37

Dopo la caduta del suo governo, sfiduciato a larga maggioranza dall’Assemblée Nationale, il primo ministro François Bayrou si presenterà domani mattina all’Eliseo per presentare ufficialmente le dimissioni al presidente della Repubblica, Emmanuel Macron. La fine dell’esecutivo arriva a seguito del voto di fiducia perso ieri, con 364 voti contrari e solo 194 a favore.

Bayrou diventa così il primo premier della Quinta Repubblica a essere rimosso con un voto di fiducia da lui stesso sollecitato, un gesto che si è rivelato politicamente suicida. L’ormai ex premier aveva cercato una legittimazione in Parlamento per affrontare le sfide economiche del paese, ma si è trovato senza i numeri per governare.

Ora tocca a Macron decidere come uscire da uno stallo che rischia di paralizzare le istituzioni. Il presidente potrebbe affidare l’incarico a un nuovo primo ministro più capace di raccogliere consensi trasversali. Tra i nomi che circolano ci sono Pierre Moscovici, presidente della Corte dei conti, esponente del centrosinistra, ed Eric Lombard, attuale ministro dell’Economia, considerato una figura di raccordo con la gauche moderata.

Un’alternativa potrebbe essere un profilo più spostato a destra, come Gérald Darmanin, attuale Guardasigilli e figura forte all’interno dell’ala conservatrice della maggioranza. Macron potrebbe scegliere questa strada per provare a ricompattare il proprio blocco parlamentare, evitando concessioni ai partiti di opposizione più radicali.

Tuttavia, il quadro si complica per la crescente pressione dei partiti anti-establishment. Il Rassemblement National di Marine Le Pen ha chiesto con forza il ritorno alle urne, posizione condivisa anche da La France Insoumise di Jean-Luc Mélenchon. Entrambe le formazioni non si accontentano di nuove elezioni legislative: puntano anche a provocare le dimissioni di Macron.

Il presidente ha ribadito più volte la volontà di rimanere in carica fino alla fine del mandato, prevista per la primavera del 2027. Ma se lo stallo politico dovesse prolungarsi e la crisi finanziaria dovesse peggiorare, l’ipotesi di una sua uscita anticipata dall’Eliseo potrebbe diventare meno remota.

Nel frattempo, sui social, il leader della sinistra radicale Jean-Luc Mélenchon ha celebrato la caduta del governo con toni trionfalistici: «Bayrou è caduto. Vittoria e sollievo popolare», ha scritto su X. «Macron è ora in prima linea, di fronte al popolo. Anche lui deve andarsene».

La crisi francese sta assumendo contorni sempre più sistemici, con impatti potenzialmente significativi sul resto d’Europa. In un contesto globale instabile, l’indebolimento di una delle principali potenze dell’UE potrebbe generare effetti domino tanto sul piano economico quanto su quello istituzionale.

I prossimi giorni saranno decisivi. Macron dovrà muoversi con rapidità per designare un nuovo esecutivo, evitare nuove elezioni e, soprattutto, contenere un’opposizione che oggi appare più agguerrita che mai. Il rischio, per l’Eliseo, è che la crisi Bayrou si trasformi in una crisi Macron.

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