Vai al contenuto

“I corpicini nelle valige”. Ritrovamento agghiacciante, cos’ha fatto ai suoi bimbi: “La mamma…”

Pubblicato: 08/09/2025 17:05

La vicenda venne alla luce nell’agosto 2022, quando una famiglia acquistò all’asta online il contenuto di un deposito abbandonato. Tra gli oggetti c’erano anche due valigie che, una volta aperte, rivelarono i resti dei piccoli. Gli acquirenti, sotto shock, non avevano alcun legame con la donna o con i minori: avevano semplicemente partecipato a una vendita per liberare il magazzino, i cui canoni di affitto non venivano più pagati.

Un processo definito “tra i più sconvolgenti degli ultimi anni”. Sul banco degli imputati c’è Hakyung Lee, 44 anni, accusata di aver ucciso i suoi due bambini di 6 e 8 anni e di averne occultato i corpi in due valigie, rimaste abbandonate per anni in un deposito di Auckland.

I corpi ritrovati in valigie comprate all’asta

Secondo gli investigatori, i corpi erano rimasti nascosti per diversi anni. La polizia, subito dopo il macabro ritrovamento, avviò un’indagine internazionale che portò all’identificazione della madre, già trasferitasi in Corea del Sud nel 2018.

Chi è Hakyung Lee

Nata in Corea del Sud, Lee era conosciuta anche come Ji Eun Lee. Trasferitasi ad Auckland, vi aveva vissuto a lungo con il marito e i figli. Nel 2017 perse il coniuge, morto dopo una lunga malattia. L’anno successivo decise di lasciare la Nuova Zelanda e tornare nel suo Paese d’origine, cambiando anche nome poco dopo la presunta data dei delitti.

Screenshot

Nel settembre 2022 venne arrestata a Ulsan, in Corea del Sud, su mandato dell’Interpol. Due mesi dopo fu estradata in Nuova Zelanda, dopo aver firmato il consenso all’operazione.

L’apertura del processo

Il procedimento si è aperto lunedì presso l’Alta Corte di Auckland. Il giudice Geoffrey Venning ha richiamato la giuria a basarsi unicamente sui fatti e ha preannunciato che uno dei nodi centrali sarà valutare lo stato mentale della donna al momento dei presunti omicidi.

Lee ha scelto di difendersi personalmente, con il supporto di due legali nominati dal tribunale come consulenti. Alla domanda sulle accuse, non ha risposto tramite interprete ma ha scosso la testa, rimanendo in silenzio.

Una morte ancora senza spiegazioni

La causa della morte dei due bambini resta incerta. Secondo documenti processuali, negli esami tossicologici sono emerse tracce di farmaci prescritti per dormire, ma non è esclusa un’altra dinamica. Le indagini puntano quindi a chiarire se si sia trattato di un avvelenamento volontario o di un’altra forma di violenza.

I pubblici ministeri hanno annunciato che chiameranno 40 testimoni: il processo dovrebbe durare circa quattro settimane.

Un Paese sotto shock

La vicenda ha colpito profondamente la Nuova Zelanda, che guarda al processo come a un momento di verità per una tragedia che intreccia dolore, mistero e interrogativi sul fragile equilibrio mentale della madre accusata.

“È uno dei processi più sconvolgenti degli ultimi anni”, titolano i media locali, mentre la comunità di Auckland resta in attesa delle prime testimonianze per capire cosa sia accaduto davvero a quei due bambini rimasti troppo a lungo senza giustizia.

Continua a leggere su TheSocialPost.it

Hai scelto di non accettare i cookie

Tuttavia, la pubblicità mirata è un modo per sostenere il lavoro della nostra redazione, che si impegna a fornirvi ogni giorno informazioni di qualità. Accettando i cookie, sarai in grado di accedere ai contenuti e alle funzioni gratuite offerte dal nostro sito.

oppure