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L’onestà di Sinner: “Vi spiego perché ho perso”

Pubblicato: 08/09/2025 08:29

La finale degli US Open ha lasciato un segno profondo nella stagione di Jannik Sinner. Non è stata soltanto una sconfitta, ma un momento di riflessione che il campione italiano ha voluto condividere con una franchezza disarmante. Di fronte ai giornalisti ha ammesso: “Sono stato troppo prevedibile”. Una frase che va oltre il risultato del match e fotografa l’essenza di ciò che è accaduto sul cemento di New York, davanti a un avversario che ha saputo interpretare la partita con più varianti e più coraggio.

Perdere una finale di uno Slam, per un giocatore che ha costruito la sua stagione con la regolarità e la forza mentale di un numero uno, significa affrontare la delusione di chi era abituato a vincere. Ma Sinner non ha cercato scuse. Ha riconosciuto che contro Carlos Alcaraz serviva qualcosa di diverso, la capacità di sorprendere, di uscire da schemi troppo consolidati. È questo il messaggio che ha voluto consegnare: la consapevolezza che per continuare a crescere bisogna accettare anche il rischio dell’errore.

Il limite della prevedibilità

Il match ha mostrato due facce della stessa medaglia. Da un lato, la solidità tecnica e la pulizia di colpi che hanno reso Sinner un campione capace di imporsi ovunque; dall’altro, il limite di una costruzione troppo lineare, letta e anticipata dall’avversario. Ma soprattutto è mancata del tutto la prima palla di servizio, quell’arma che in altre finali gli aveva permesso di controllare i momenti più delicati. La percentuale bassa e l’assenza di vincenti diretti hanno concesso troppo campo ad Alcaraz, libero di dettare il ritmo con le sue risposte aggressive. A questo si sono sommati errori in fasi cruciali, momenti in cui la pressione ha pesato più del previsto.

Eppure, proprio nella sconfitta, Sinner ha dato prova di maturità. Ha ringraziato squadra, famiglia e tifosi, ribadendo di aver dato tutto e che non avrebbe potuto fare di più in quelle condizioni. Un atteggiamento che mostra quanto la sua crescita non sia solo tecnica, ma anche mentale. La differenza con Alcaraz, oggi, non è soltanto nei colpi, ma nella varietà e nella capacità di spezzare il ritmo. Ed è qui che Sinner vuole lavorare: diventare meno leggibile, accettare di osare.

Maturità e prospettive future

La stagione di Sinner resta straordinaria: tutte le finali Slam raggiunte, due titoli conquistati, il primato in classifica difeso per oltre un anno. Numeri che confermano la sua statura internazionale e che rendono questa sconfitta un passaggio naturale più che un ridimensionamento. Ogni grande campione, per diventare tale, ha attraversato momenti simili. Il “perché ho perso” non è un atto di resa, ma il punto di partenza per un nuovo percorso.

La rivalità con Alcaraz, intanto, si sta consolidando come il motore del tennis moderno. Da un lato la potenza e la disciplina tattica di Sinner, dall’altro la fantasia e l’imprevedibilità dello spagnolo. È un duello che segnerà gli anni a venire e che costringerà entrambi a reinventarsi continuamente. Per Sinner la sfida è chiara: introdurre nuove soluzioni, rompere la monotonia, giocare con maggiore libertà. La sua forza mentale gli permetterà di trasformare questa sconfitta in un tassello fondamentale della sua crescita.

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