Vai al contenuto

Scontri violentissimi in piazza, cannoni e lacrimogeni. Cosa sta succedendo

Pubblicato: 08/09/2025 14:08

A volte, la politica si sposta dalle aule del potere alle strade, e ciò che dovrebbe essere un confronto di idee si trasforma in un confronto fisico. È successo anche di recente, quando una decisione giudiziaria controversa ha scatenato la furia di un partito di opposizione e dei suoi sostenitori. La protesta è iniziata in modo pacifico, ma la tensione è salita rapidamente.

Le forze dell’ordine, equipaggiate per sedare disordini, hanno risposto con cannoni ad acqua e gas lacrimogeno, trasformando la zona circostante la sede del partito in un campo di battaglia. Ci sono stati feriti e arresti, e le voci dei manifestanti sono state soffocate non solo dai lacrimogeni, ma anche da un improvviso e problematico blocco dei principali social network e servizi di messaggistica, rendendo difficile per il mondo esterno comprendere appieno la portata degli eventi.

Le proteste in Turchia e la decisione del tribunale

La polizia in assetto antisommossa è intervenuta a Istanbul, usando cannoni ad acqua e gas lacrimogeno per disperdere una protesta in corso presso la sede centrale del principale partito di opposizione turco, il Chp. La manifestazione, che ha visto la partecipazione anche di alcuni deputati del Chp, è scaturita dalla contestazione di una controversa decisione giudiziaria che ha annullato i risultati del congresso provinciale del partito tenutosi nel 2023. Secondo quanto riferito da diversi media turchi, gli scontri con le forze dell’ordine hanno causato il ferimento di alcuni manifestanti e portato a numerosi arresti.

Al centro della protesta c’è una sentenza di un tribunale di Istanbul che, la scorsa settimana, ha invalidato i risultati del congresso provinciale del Chp a causa di presunte “truffe”. Questa decisione ha avuto conseguenze immediate e significative: ha rimosso dall’incarico il presidente della sezione del partito della città e ben 196 delegati eletti durante lo stesso congresso. I manifestanti ritengono che tale mossa sia un tentativo di indebolire l’opposizione e interferire con la sua struttura interna.

L’escalation della tensione e il blocco dei social

La situazione ha iniziato a farsi tesa ieri sera, quando le forze dell’ordine hanno circondato la sede del Chp. Allo stesso tempo, si è verificato un blocco o un funzionamento problematico dei principali social network e servizi di messaggistica in Turchia, un evento che ha limitato la capacità dei manifestanti di organizzarsi e comunicare. La prefettura di Istanbul, inoltre, ha imposto un divieto di manifestazioni in vari quartieri fino al 10 settembre. Le tensioni sono aumentate ulteriormente con l’arrivo di Gursel Tekin, un ex membro del Chp, nominato presidente ad interim della sezione di Istanbul. La sua nomina è stata aspramente contestata da molti membri del partito, che la vedono come una mossa imposta dall’esterno, alimentando ulteriormente il malcontento.

Un contesto di indagini e proteste per il Chp

Le recenti vicende si inseriscono in un quadro più ampio di pressione e indagini a cui il Chp è sottoposto dalla fine dello scorso anno. Tra queste, spicca un’inchiesta per corruzione che ha portato all’arresto di figure di spicco come Ekrem Imamoglu, il sindaco di Istanbul e considerato il principale rivale del presidente Recep Tayyip Erdogan, insieme ad altri funzionari e impiegati comunali. Questi arresti hanno già scatenato forti proteste di piazza, dimostrando che il malcontento non si limita alla base del partito, ma coinvolge una più ampia fetta della popolazione che percepisce le azioni del governo come un attacco diretto all’opposizione e alla democrazia nel paese.

Continua a leggere su TheSocialPost.it

Hai scelto di non accettare i cookie

Tuttavia, la pubblicità mirata è un modo per sostenere il lavoro della nostra redazione, che si impegna a fornirvi ogni giorno informazioni di qualità. Accettando i cookie, sarai in grado di accedere ai contenuti e alle funzioni gratuite offerte dal nostro sito.

oppure