
A Latina la tensione è arrivata a un livello senza precedenti. Nel giro di pochi mesi, in città sono esplosi quattro ordigni, episodi che i carabinieri non esitano più a collegare a una vera e propria guerra tra clan rivali. L’ultimo episodio si è verificato nella notte, con una bomba piazzata nei pressi dell’abitazione di un pregiudicato, considerato il probabile obiettivo dell’attacco.
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Le indagini sono in corso e l’attenzione resta altissima. Le esplosioni, oltre a generare panico tra i cittadini, confermano un’escalation criminale che ruota intorno al controllo dello spaccio di droga, un business ritenuto estremamente redditizio nel capoluogo pontino.
L’ordigno nella palazzina “Arlecchino”
Poche ore prima dell’ultimo attacco, un altro ordigno era esploso all’interno della palazzina conosciuta come “Arlecchino”, sempre a Latina. L’intervento immediato dei carabinieri ha portato a un ritrovamento ancora più inquietante: un arsenale composto da tre pistole e numerose munizioni, armi pronte a essere utilizzate.
Il collegamento tra i due episodi è al centro delle indagini. Gli investigatori ritengono che non si tratti di azioni isolate, ma di un disegno preciso orchestrato da gruppi criminali intenzionati a ribadire la propria forza sul territorio. L’esplosione, in questo senso, non è soltanto un atto di violenza, ma anche un segnale intimidatorio rivolto agli avversari.

Gli episodi precedenti e la granata jugoslava
L’allarme in città non è una novità. Già nel mese di maggio un ordigno era stato trovato in corso Matteotti, nel cuore di Latina. In quell’occasione si trattava di una granata di tipo “ananas”, proveniente dall’ex Jugoslavia, come stabilito dagli esperti dei carabinieri. L’ordigno era stato collocato davanti a un’officina, in pieno centro cittadino, a testimonianza di quanto gli autori volessero colpire nel vivo la vita quotidiana della comunità.
Il ritrovamento di armi da guerra in un contesto urbano ha acceso i riflettori sulla capacità dei clan locali di reperire strumenti di distruzione non comuni, segno di collegamenti e disponibilità economiche tutt’altro che marginali.
Una guerra per il controllo dello spaccio
Dalle indagini emerge un quadro chiaro: tutti gli episodi intimidatori degli ultimi mesi hanno avuto come protagonisti soggetti legati, con vari ruoli, al mercato della droga. Lo scontro tra bande non è solo un fatto criminale, ma una lotta per il controllo di un settore capace di generare enormi profitti.
La dinamica delle esplosioni e il ritrovamento delle armi confermano l’ipotesi investigativa: la città di Latina è al centro di una battaglia tra clan, con una serie di azioni violente che puntano a destabilizzare i rivali e a consolidare la supremazia su uno dei mercati illegali più redditizi.

La paura dei cittadini e l’impegno delle forze dell’ordine
Ogni esplosione ha amplificato la sensazione di insicurezza tra i residenti. La comunità si ritrova improvvisamente catapultata in una realtà fatta di attentati, arsenali nascosti e minacce concrete. I carabinieri, dal canto loro, hanno intensificato controlli e perquisizioni, cercando di spegnere sul nascere ulteriori episodi violenti.
La sfida rimane complessa: contrastare una rete criminale radicata e capace di utilizzare la violenza come strumento di comunicazione. La certezza, al momento, è che Latina vive giorni di grande tensione, con la città trasformata in un terreno di scontro per bande determinate a non cedere terreno nella loro lotta per il dominio sullo spaccio.