
La recente scoperta del rover Perseverance della NASA su Marte rappresenta un’entusiasmante svolta nella ricerca di vita passata sul Pianeta Rosso. Sebbene non si tratti ancora di una prova definitiva, il ritrovamento di minerali insoliti associati a carbonio organico nel cratere Jezero ha fornito quelle che i ricercatori definiscono “potenziali biofirme”.
Questi indizi suggeriscono la possibilità che in passato, quando l’acqua era abbondante, esistessero processi biologici. La notizia, pubblicata su Nature, segna un punto di svolta dopo anni di missioni volte a esplorare l’abitabilità di Marte.
La missione di Perseverance e i primi indizi
Dal suo arrivo su Marte nel febbraio 2021, la missione del rover Perseverance è stata chiara: cercare segni di vita extraterrestre. Il cratere Jezero è stato scelto come sito di atterraggio per via della sua storia geologica. Si ritiene che un tempo fosse stato un antico lago alimentato da un fiume, un ambiente ideale per ospitare la vita microbica. Già nel 2022, il rover aveva sorpreso la comunità scientifica con il ritrovamento di rocce con tracce organiche. Tuttavia, la scoperta più significativa è arrivata nel 2024, quando il campionamento di rocce argillose nella formazione Bright Angel ha rivelato la presenza di noduli e granuli arricchiti di fosfato di ferro e solfuro di ferro, strettamente collegati al carbonio organico.
Lo studio si è concentrato su un campione denominato “Sapphire Canyon“. L’analisi geologica e geochimica ha messo in luce la presenza di noduli sub-millimetrici e fronti di reazione millimetrici. Questi minerali, probabilmente vivianite e greigite (due minerali estremamente rari), sono stati trovati all’interno di argilliti che contengono carbonio organico. La ricerca suggerisce che il carbonio organico abbia partecipato a reazioni chimiche avvenute a basse temperature dopo la deposizione della roccia. Questo quadro geologico, combinato con la petrografia, indica che l’associazione di ferro, zolfo e fosforo osservata potrebbe essere il risultato di processi che, sulla Terra, sono spesso legati a reazioni redox (ossidoriduzione) che coinvolgono materia organica. Questa correlazione è il motivo principale per cui questi minerali sono considerati “potenziali biofirme”, sebbene l’origine puramente geochimica non sia stata ancora esclusa.
La cautela degli scienziati e le prossime tappe
Nonostante l’entusiasmo per la scoperta, il team di ricerca e altri scienziati, come Janice Bishop e Mario Parente, sottolineano la necessità di un approccio cauto. Processi non biologici potrebbero ugualmente essere responsabili della formazione di questi minerali. Come affermato dal ricercatore capo Joel Hurowitz, non si può ancora parlare di “prova positiva dell’esistenza della vita”, ma solo che la vita microbica è una delle possibili spiegazioni. Questa incertezza rende fondamentale il ritorno dei campioni sulla Terra. Attualmente, il progetto di riporto dei campioni marziani è previsto per il 2040, a causa di un aumento dei costi e del tempo necessario per sviluppare la tecnologia necessaria. Fino a quando i campioni non verranno analizzati con strumentazioni ad alta sensibilità nei laboratori terrestri, si continuerà a fare affidamento su studi geochimici e petrografici per valutare la fattibilità dell’antica vita marziana.
Questa scoperta, la 25esima di una serie di campioni raccolti, rappresenta il candidato più convincente finora trovato dal rover Perseverance. Il conteggio dei campioni ha raggiunto quota 30, con altri sei ancora da raccogliere. La missione sta onorando il suo obiettivo di individuare indizi cruciali che un giorno potrebbero confermare se Marte ha mai ospitato la vita. Le future analisi dei campioni marziani sulla Terra permetteranno di chiarire l’origine dei minerali e delle sostanze organiche conservate nelle rocce, offrendo una risposta definitiva a uno dei più grandi quesiti dell’umanità. Si spera che le indagini future possano confermare che il cratere Jezero non era solo un ambiente potenzialmente abitabile, ma un luogo dove la vita microbica è effettivamente prosperata.