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Garlasco, colpo di scena dall’incidente probatorio: “Le hanno trovate”, cambia tutto

Pubblicato: 10/09/2025 18:50

Il 26 settembre si è tenuta un’udienza cruciale nell’ambito dell’incidente probatorio disposto dal gip di Pavia, Daniela Garlaschelli, riguardo al caso dell’omicidio di Chiara Poggi a Garlasco. Diciotto anni dopo il tragico evento, nuove analisi e perizie stanno riaprendo il dibattito su alcune prove chiave, concentrandosi in particolare su impronte digitali, tracce di DNA e la possibilità di contaminazioni che avrebbero potuto alterare il quadro investigativo.

Nuove scoperte sui reperti della scena del crimine

Durante l’incontro tecnico, i periti hanno rivelato di aver trovato otto impronte latenti sui reperti sequestrati all’epoca nell’abitazione della vittima. Sei di queste sono state individuate sul sacchetto dei cereali, mentre le restanti due erano sul sacchetto della spazzatura. È importante sottolineare che non sono state trovate impronte né sulla confezione di Estathé né su quella dei biscotti. Queste impronte, a distanza di quasi due decenni, dovranno essere analizzate per determinare se siano confrontabili e, in caso affermativo, a chi appartengano. Questa scoperta, sebbene ancora preliminare, rappresenta un nuovo, significativo sviluppo che potrebbe aggiungere un tassello importante all’indagine.

Uno degli aspetti più complessi e dibattuti dell’indagine riguarda le tracce di DNA maschile rinvenute sulle unghie di Chiara Poggi. La Procura di Pavia, in accordo con la difesa di Alberto Stasi, ritiene che il DNA sia riconducibile ad Andrea Sempio, amico del fratello della vittima. Questa tesi, tuttavia, è stata già esclusa nel processo d’appello bis che ha portato alla condanna di Stasi, dove si era ritenuto che le tracce fossero inconstantemente rilevate e probabilmente frutto di degradazione. L’incidente probatorio mira a fare chiarezza su questo punto. La genetista Denise Albani ha il compito di verificare le conclusioni della Procura e determinare se una contaminazione sia avvenuta sulla garza usata per prelevare il DNA dalla bocca della vittima. In particolare, si cerca di identificare la persona deceduta la cui contaminazione sarebbe presente sulla garza, un punto su cui le parti concordano. Allo stesso modo, si cercheranno conferme per escludere eventuali contaminazioni anche sulle unghie della vittima, tagliate durante l’autopsia.

L’impronta 33 e i suoi misteri

Un’altra prova fondamentale al centro del dibattito è la cosiddetta “impronta 33”, trovata sulla parete delle scale dove è stato rinvenuto il corpo di Chiara. Questa impronta, inizialmente esclusa dall’incidente probatorio, continua a essere oggetto di forti contrasti tra le parti. La difesa di Andrea Sempio e l’esperto della famiglia Poggi sostengono che l’impronta non sia attribuibile a Sempio. La Procura, al contrario, ritiene che appartenga al nuovo sospettato. Per i legali di Alberto Stasi, le fotografie dell’epoca indicherebbero che si tratta di un’impronta di Sempio, mista a sangue e sudore, nonostante i test per il sangue abbiano sempre dato esito negativo. La mancanza di materiale fisico, in quanto l’intonaco è stato esaurito per i test, limita l’analisi alle sole immagini, rendendo il dibattito ancora più complesso e controverso.

Le prossime mosse dell’indagine

L’udienza del 26 settembre è stata convocata per discutere delle nuove memorie presentate dalle parti e della richiesta di proroga avanzata dai periti. Il gip Garlaschelli potrebbe decidere di ampliare ulteriormente le indagini. Tra le possibili decisioni, vi è quella di affidare a una parte terza, come la genetista Denise Albani, il compito di identificare la persona deceduta che avrebbe causato la contaminazione sulla garza. Questo ulteriore approfondimento potrebbe finalmente mettere un punto fermo sulla questione della contaminazione del DNA. L’indagine prosegue quindi su più fronti, con l’obiettivo di fare luce su ogni singolo dettaglio che possa aver avuto un ruolo nella ricostruzione dei fatti. La ricerca della verità, a quasi vent’anni dall’omicidio, rimane un obiettivo centrale per tutte le parti coinvolte.

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