
Il presidente americano Donald Trump ha annunciato la nascita del Dipartimento della Guerra, spiegando che “questo è il nome che rispecchia la direzione in cui sta andando il mondo”. Francia, Germania e Regno Unito hanno colto il segnale e si stanno organizzando per un possibile conflitto globale: protocolli ospedalieri aggiornati, piani di evacuazione, ammodernamento di arsenali nucleari, manuali per i cittadini su come sopravvivere ai primi giorni di guerra.
La Norvegia e la Svezia stanno addirittura distribuendo guide pratiche alle famiglie su scorte alimentari, pastiglie di iodio e procedure di emergenza. L’Europa del Nord e i grandi Paesi dell’Ovest non fingono che il problema non esista.
Il silenzio italiano, una scelta che pesa
Ed è proprio qui che emerge la frattura: mentre l’Europa si prepara, l’Italia tace. Nessun piano pubblico per le strutture sanitarie, nessuna indicazione alla popolazione civile, nessun dibattito aperto in Parlamento. Tutto affidato alla speranza che la diplomazia basti. È prudenza o rimozione del problema?
In un momento in cui Francia e Germania simulano scenari di bombardamenti ed evacuazioni, il governo italiano sembra ancora ritenere questo tema marginale. “Non vogliamo allarmare la popolazione” è la linea ufficiosa. Ma il rischio è di arrivare impreparati mentre i partner europei si sono già attrezzati.

La politica italiana di fronte a un bivio
Se le tensioni globali – dalla guerra in Ucraina alle minacce su Taiwan, fino all’asse Pechino-Mosca-Pyongyang – diventano sempre più gravi, l’Italia non può permettersi di rimanere alla finestra. Ignorare lo scenario significa lasciare i cittadini senza strumenti e alimentare l’illusione che “da noi non succederà”. Mentre se succederà, e speriamo di no, nessuno potrà chiamarsi fuori, specie dopo anni di politiche e invio di armi a favore dell’Ucraina.
Il vero nodo politico è che la Terza Guerra Mondiale è tornata nei radar delle cancellerie europee, ma non nei talk show e nell’agenda del governo italiano. Una scelta che rischia di diventare non solo miope, ma irresponsabile. Se l’Europa corre ai ripari, Roma non può continuare a nascondere la testa sotto la sabbia.