
La Polonia ha chiesto formalmente l’attivazione dell’articolo 4 del Trattato Nord Atlantico, dopo una notte di violazioni del proprio spazio aereo da parte di droni russi. Lo ha annunciato il primo ministro Donald Tusk intervenendo alla Sejm, la Camera bassa del Parlamento. L’articolo prevede che gli Stati membri si consultino quando ritengono che la propria sicurezza, integrità territoriale o indipendenza politica siano minacciate.
«Ci aspettiamo un sostegno significativamente maggiore durante queste consultazioni», ha detto Tusk, che ha definito l’episodio «uno scontro che la Russia ha dichiarato contro il mondo libero». Il premier ha ricostruito gli eventi a partire dalle 22:06 di martedì sera, quando l’esercito polacco ha ricevuto informazioni su un massiccio attacco aereo russo in Ucraina. Subito dopo, il Comando Operativo ha attivato risorse aeree e terrestri, in coordinamento con la Nato.
Durante la notte, tra le 23:30 e le 6:30 del mattino successivo, sono state registrate almeno 19 violazioni dello spazio aereo polacco. Si tratta, secondo il governo, di una delle più gravi incursioni registrate dall’inizio della guerra in Ucraina. Tusk ha precisato che l’operazione di risposta è stata condotta anche con l’impiego di aerei Nato, tra cui F-35 olandesi, F-16 polacchi, elicotteri Mi-17, Mi-24, un Black Hawk e velivoli Awacs per l’allerta precoce.

Particolarmente allarmante, secondo le autorità di Varsavia, è la direzione da cui sono arrivati i droni: «Per la prima volta non provengono dall’Ucraina, ma dalla Bielorussia, e non si tratta di errori di rotta. È una nuova e più grave fase del conflitto», ha sottolineato Tusk. Le autorità polacche stanno ancora verificando l’esatto numero di droni abbattuti: tre confermati, uno probabile.
Varsavia ha mantenuto costanti contatti con il comando Nato durante tutta la durata dell’emergenza. Fonti dell’Alleanza hanno confermato che si è trattato di una risposta multilaterale, con il coinvolgimento anche di aerei da ricognizione italiani. L’aeroporto di Lublino è stato temporaneamente chiuso per motivi di sicurezza.
A livello internazionale, non si è fatta attendere la reazione di solidarietà dei partner europei. La presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha parlato di «una sconsiderata violazione dello spazio aereo europeo da parte dei droni russi», mentre il premier svedese Kristersson ha definito l’incursione «una provocazione che va respinta collettivamente».

Anche l’Italia ha espresso con fermezza la sua posizione. La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha dichiarato: «Esprimo, a nome del governo italiano, piena solidarietà alla Polonia per la grave e inaccettabile violazione dello spazio aereo polacco e dell’Alleanza Atlantica». Meloni ha ribadito che l’Italia continuerà a lavorare «per garantire la sicurezza europea, a partire da quella ucraina, e per il raggiungimento di una pace giusta e duratura».
Mentre Varsavia si prepara a portare la questione ufficialmente ai tavoli della Nato, cresce la pressione diplomatica su Mosca. Secondo Kiev, si tratterebbe di un attacco deliberato, con almeno otto droni entrati volontariamente in territorio polacco. La Russia, dal canto suo, ha negato ogni responsabilità, parlando di accuse infondate e privi di prove.
La decisione della Polonia di invocare l’articolo 4 segna un nuovo momento di tensione tra Mosca e l’Alleanza Atlantica. Non è ancora chiaro se la consultazione potrà portare all’adozione di misure militari condivise, ma appare evidente che l’episodio rappresenta un’escalation che richiederà una risposta politica e strategica coordinata da parte dell’intero blocco occidentale.