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Drone russo abbattuto in Polonia. Rabbia Meloni, i jet italiani in volo

Pubblicato: 10/09/2025 11:24

Una nuova notte di alta tensione lungo i confini orientali della Nato. Tra il 9 e il 10 settembre, una massiccia incursione di droni russi ha colpito diverse aree dell’Ucraina occidentale e, secondo le autorità di Varsavia, almeno otto velivoli senza pilota hanno violato lo spazio aereo polacco, costringendo la difesa aerea ad abbatterne alcuni. È la prima volta che la Polonia rende pubblica un’azione di questo tipo, sottolineando che l’intervento è avvenuto in coordinamento con la Nato, e con il supporto attivo di caccia olandesi, polacchi e aerei da ricognizione italiani.

La conferma della partecipazione italiana è arrivata da una fonte dell’Alleanza Atlantica, che ha parlato dell’impiego di Awacs (aerei radar) dell’Aeronautica Militare italiana, parte del dispositivo di sorveglianza aerea con base in Europa orientale. I droni sarebbero stati rilevati anche dai sistemi radar Patriot della Nato, anche se non si è reso necessario un loro intervento diretto. L’operazione è scattata in contemporanea a un attacco russo su larga scala, con 458 tra missili e droni lanciati contro l’Ucraina nella stessa notte, secondo l’Aeronautica di Kiev.

L’ombra del conflitto oltre confine

In parallelo, anche la Romania ha fatto decollare due caccia F-16 dalla base di Fetesti per intercettare una formazione di droni avvistati nei pressi di Valcov, città ucraina vicina al confine danubiano. I radar avevano segnalato movimenti sospetti che, secondo Bucarest, si sono avvicinati sensibilmente allo spazio aereo nazionale. Una dinamica simile si è verificata in Bielorussia, dove il ministero della Difesa ha affermato di aver abbattuto droni entrati nel proprio territorio, precisando che avrebbero “perso la rotta” per interferenze elettroniche.

La Polonia ha reso noto di aver registrato 19 violazioni del proprio spazio aereo nella notte, come dichiarato dal premier Donald Tusk davanti al Parlamento di Varsavia. «Tre droni sono stati abbattuti e riteniamo che anche un quarto sia stato colpito», ha detto, annunciando inoltre l’intenzione di invo­care l’articolo 4 della Nato, che prevede consultazioni tra alleati in caso di minaccia alla sicurezza o integrità territoriale di uno Stato membro.

La vicenda ha avuto immediato rilievo politico e diplomatico. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha parlato di un «attacco deliberato» da parte russa, affermando che Kiev dispone di prove crescenti e si è detta pronta a collaborare con la Polonia per rafforzare la difesa aerea e i sistemi di allerta. Zelensky ha anche sottolineato l’importanza del coordinamento europeo nella protezione dei cieli contro gli attacchi russi, rilanciando la proposta di una difesa aerea integrata tra i partner.

Sulla stessa linea, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha parlato di una «violazione sconsiderata e senza precedenti» dello spazio europeo, annunciando che Bruxelles lavorerà a una tabella di marcia per la difesa comune entro il 2030. Von der Leyen ha anche proposto la creazione di un “muro di droni” europeo, finanziato con 6 miliardi di euro e in collaborazione diretta con l’Ucraina, per contrastare le minacce aeree russe.

Non sono mancate le reazioni italiane. La premier Giorgia Meloni ha espresso «piena solidarietà alla Polonia per la grave e inaccettabile violazione» da parte russa, ribadendo che «l’Italia continuerà a lavorare per la sicurezza europea, a partire da quella ucraina». Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha definito l’incursione «una provocazione gravissima», aggiungendo che «ogni violazione va respinta con fermezza e unità da parte dell’Europa».

Dal lato russo, la risposta è arrivata per vie diplomatiche. L’incaricato d’affari russo in Polonia, Andrei Ordash, è stato convocato al Ministero degli Esteri polacco e ha respinto ogni accusa, dichiarando che «non esiste alcuna prova che i droni siano russi». Ma Varsavia non arretra: Tusk ha ribadito il contatto costante con il segretario generale della Nato, Mark Rutte, e ha parlato di una «minaccia concreta» alla sovranità del Paese.

L’episodio rappresenta un nuovo salto di tensione tra Mosca e la Nato, a pochi giorni dal summit a Bruxelles in cui si discuterà proprio del rafforzamento della sicurezza aerea sul fianco est dell’Alleanza. La reazione coordinata di più Paesi, con jet italiani, olandesi e rumeni in volo simultaneo, segna un cambio di passo nella prontezza dell’Alleanza e rafforza il messaggio politico: ogni centimetro del territorio Nato sarà difeso, come ha ribadito von der Leyen.

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