
Le prime luci del crepuscolo milanese proiettavano ombre lunghe sui marciapiedi. In una strada trafficata, a pochi passi dal cuore pulsante della città, la routine del tardo pomeriggio è stata bruscamente interrotta. Due operatori ecologici, avvolti nella loro divisa arancione, stavano compiendo il loro dovere, spazzando via le foglie cadute.
È stato in quel momento, a ridosso del gazebo di un ristorante, che hanno notato qualcosa di insolito, un pacco sospetto che non aveva nulla a che fare con l’ambiente circostante. Un presagio di pericolo si è diffuso nell’aria, trasformando una via comune in un teatro di alta tensione. La scoperta ha innescato una reazione a catena, portando la quiete a cedere il passo a sirene e a un’ansia crescente che ha tenuto con il fiato sospeso residenti e passanti.
Il ritrovamento e l’allarme
Tutto ha avuto inizio intorno alle 17:30. In via Pergolesi, all’altezza del civico 19, due dipendenti dell’Amsa, l’azienda milanese dei servizi ambientali, stavano soffiando via le foglie dall’asfalto per ripulire la strada. È stato proprio durante questa operazione che hanno notato un pacco insolito, posizionato a ridosso del gazebo di un ristorante cinese. La forma e l’aspetto del pacco hanno subito destato i loro sospetti, spingendoli a lanciare l’allarme. La preoccupazione è stata condivisa anche dal portiere del palazzo di fronte, Francesco Vignarolo, che si è avvicinato per osservare meglio. Il suo racconto all’agenzia Ansa è stato preciso: l’oggetto era composto da due tubi lunghi circa 15 centimetri, dai quali spuntavano fili di colore rosso e blu.
La testimonianza del custode
La testimonianza del custode è stata cruciale nel comprendere la serietà della situazione. Vignarolo, con un passato da artificiere militare, ha immediatamente riconosciuto le somiglianze con un ordigno esplosivo. “A militare ho fatto l’artificiere – ha dichiarato – sono stato anche in Libano, secondo me era una bomba”. La sua esperienza e il suo istinto hanno rafforzato i sospetti iniziali, confermando la necessità di un intervento specializzato. La sua prontezza nel valutare la situazione ha contribuito a far sì che le autorità prendessero le dovute precauzioni, evitando qualsiasi rischio per i passanti e i residenti della zona.
L’intervento degli artificieri
Una volta scattato l’allarme, la risposta delle forze dell’ordine è stata rapida ed efficiente. Sono subito intervenuti gli agenti della Questura, il personale del 118 e, in particolare, gli artificieri. La loro priorità è stata quella di mettere in sicurezza l’area circostante. Hanno proceduto a sgomberare completamente la zona, assicurandosi che non ci fosse nessuno nel raggio di ben 200 metri dal pacco sospetto. Questo perimetro di sicurezza è stato stabilito per prevenire qualsiasi conseguenza in caso di esplosione, proteggendo la vita delle persone. Subito dopo, gli specialisti hanno proceduto a far brillare il presunto ordigno in un’esplosione controllata, una tecnica utilizzata per disinnescare in sicurezza materiali esplosivi.
L’esito e le prime conclusioni
Dopo l’esplosione controllata e la messa in sicurezza definitiva dell’area, sono state divulgate le prime informazioni. Il pacco, che aveva scatenato l’allarme, era composto in realtà da alcune batterie unite con del nastro adesivo. Non si trattava, quindi, di un vero e proprio ordigno esplosivo. La similitudine con un congegno rudimentale, con tubi e fili, aveva però giustificato pienamente la mobilitazione di tutte le squadre di emergenza e l’adozione di un protocollo di sicurezza rigoroso. La strada è stata riaperta al traffico poco dopo, riportando la normalità in via Pergolesi e nelle aree limitrofe. L’episodio, sebbene si sia risolto senza conseguenze, ha messo in luce l’importanza della prudenza e della prontezza delle forze dell’ordine nel gestire situazioni potenzialmente pericolose.