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Attacco alla Polonia, cos’è la “tattica del salame” usata dai Russi

Pubblicato: 11/09/2025 13:56

La Polonia è stata svegliata nel cuore della notte dal rombo dei caccia e dai boati dei droni russi. Un attacco che ha costretto Varsavia a chiudere lo spazio aereo, a far decollare F-16 e F-35 della Nato per rispondere alla mossa di Mosca. L’episodio segna una svolta nel conflitto ibrido russo-europeo: non più solo l’Ucraina, ma un Paese membro della Nato nel mirino dei raid di Mosca.

Il blitz dei droni e la risposta della Nato

Secondo Varsavia, nella notte tra martedì e mercoledì almeno 19 droni russi hanno violato lo spazio aeereo polacco mentre un massiccio attacco era in corso in Ucraina. Solo 4 degli UAV sarebbero stati abbattuti, mentre gli altri si sono schiantati nelle campagne. Uno ha colpito il tetto di una casa senza ferire i residenti.

La reazione della Nato è stata immediata: oltre ai caccia polacchi, sono stati impiegati F-35 olandesi, un aereo Awacs italiano e i sistemi Patriot tedeschi in massima allerta. “Non siamo mai stati così vicini a un conflitto dalla Seconda guerra mondiale“, ha commentato il premier polacco Donald Tusk, annunciando la richiesta di attivazione dell’articolo 4, il meccanismo di consultazione tra i membri dell’Alleanza.

La strategia russa e la “tattica del salame”

Ma cosa c’è dietro a questo sconfinamento? Non certo un atto di guerra, ma qualcosa di più sofisticato. Putin fatica a vincere la guerra in Ucraina, è poco realistico pensare che in un impeto di follia decida di attaccare Paesi europei e membri della Nato. L’unico modo per sparigliare le carte darebbe l’uso del nucleare, ma a quel punto l’umanità intera rischierebbe un devastante inverno atomico. Difficile pensare che la Russia voglia arrivare a tanto.

Molti analisti hanno perciò sottolineato come Mosca potrebbe aver voluto testare le difese alleate senza provocare uno scontro aperto. Si parla così famigerata “tattica del salame“, metodo attraverso cui la Russia avanza a piccoli passi, ognuno apparentemente innocuo, ma che nel complesso altera radicalmente l’equilibrio strategico. E in gioco c’è sempre l’Ucraina.

Come spiegano gli esperti: ogni fetta, isolatamente, non giustifica una reazione massiccia, ma accumulata può cambiare le regole del gioco. Nel caso polacco, la violazione dello spazio aereo non ha provocato una guerra aperta, ma invia un segnale: nessun confine è inviolabile. E, soprattutto, l’attacco è stato un test per testare la capacità di difesa della Nato e le strategie usate dagli Alleati.

Le reazioni e la diplomazia

Il Consiglio atlantico ha discusso l’episodio senza decisioni drastiche, ma con la consapevolezza della gravità dell’accaduto: “È la prima volta che velivoli della Nato hanno ingaggiato minacce nel nostro spazio aereo”, ha detto il comandante supremo alleato Alexus Grynkewich, ribadendo che “siamo pronti a difendere ogni centimetro“.

Il Segretario generale Mark Rutte ha definito l’azione “sconsiderata”, mentre il cancelliere tedesco Merz ha parlato di “atto intenzionale“. Kiev denuncia la “sfrontatezza” della Russia, chiedendo “una risposta appropriata“. Mosca, dal canto suo, segue una strategia consolidata: “Accuse infondate“, ha dichiarato l’incaricato d’affari Andrei Ordash, minimizzando l’accaduto e definendo il dossier polacco una “crisi ucraina” fabbricata per aumentare il livello dell’escalation.

Il futuro della tensione

I resti dei droni, identificati come modelli Gerbera simili agli Shahed-136, confermano l’uso di veicoli multifunzione, impiegabili come esche o con cariche fino a cinque chilogrammi. Il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa ha ricordato che “la difesa aerea europea ha funzionato, ma non così bene come avrebbe dovuto“. I ritardi nella controffensiva, in realtà, sono stati evidenti, e in questo senso i Russi hanno ottenuto le risposte che cercavano.

Nel frattempo, la comunità internazionale resta in allerta e osserva con apprensione ogni mossa di Mosca, consapevole che la “tattica del salame” non conosce pause: ogni passo, piccolo o apparentemente insignificante, può essere parte di un disegno più ampio e destabilizzante.

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