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Eredità di Pippo Baudo, Katia Ricciarelli rompe il silenzio: “Cos’ha fatto la segretaria”

Pubblicato: 11/09/2025 08:51
testamento Baudo Katia Ricciarelli

Katia Ricciarelli rompe il silenzio sull’eredità di Pippo Baudo, accendendo una polemica che promette di far discutere a lungo. A poche settimane dall’apertura del testamento, che ha spartito circa 10 milioni di euro tra i figli Tiziana e Alessandro e la storica segretaria Dina Minna, la soprano affida a Il Messaggero uno sfogo carico di amarezza. Ricciarelli accusa la collaboratrice di Baudo di averla esclusa dagli ultimi momenti di vita del conduttore, gettando un’ombra sugli ultimi giorni del re della tv italiana.
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Nel suo racconto, la cantante lirica – oggi 79enne – ripercorre il matrimonio con Baudo, celebrato nel 1986 e conclusosi con il divorzio nel 2007. Nonostante la fine ufficiale del legame, i rapporti personali non si sono mai davvero interrotti: «Il nostro è stato un matrimonio che è durato diciott’anni, dal 1986 al 2004. Sono tanti. E anche dopo il divorzio siamo rimasti in contatto». Ricciarelli sottolinea di non avere pretese sull’eredità, riconoscendo che la legge non le attribuisce diritti successori: «Ma naturalmente non ne avevo diritto, dal momento che il divorzio scioglie il vincolo matrimoniale e i diritti successori ad esso connessi».

Patrimonio milionario e scelte contestate

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Ricciarelli tiene a precisare la sua indipendenza economica, sottolineando di non aver mai richiesto alcun sostegno dopo il divorzio: «A dispetto di quanto messo in giro da qualcuno, io non ho mai percepito neppure l’assegno di mantenimento dopo il divorzio. Per mia scelta. Pensi che al momento del matrimonio, nel 1986, io e Pippo scegliemmo pure di fare la separazione dei beni. Ho sempre preferito avere un’indipendenza economica: lavoro da una vita e non ho bisogno di nulla. Ma se tutte le segretarie sono trattate così, forse ho sbagliato mestiere (ride)».

La segretaria, una presenza controversa

Il vero nodo della vicenda riguarda il ruolo di Dina Minna negli ultimi anni della vita di Baudo. Secondo Ricciarelli, l’assistente avrebbe assunto una posizione dominante, filtrando i contatti e isolando il conduttore da molti amici: «Sono stata la prima a raccontare come quella della segretaria fosse diventata una presenza importante nella vita di Pippo: tanti amici in comune si sfogavano con me perché non riuscivano più a mettersi in contatto con lui». Sull’eredità, la critica è forte: «Che la segretaria abbia accesso alla stessa frazione di eredità dei figli Tiziana e Alessandro non mi sembra giusto. E non mi risulta che per la segretaria Baudo fosse come un padre: e allora i figli veri cosa dovrebbero dire?».

L’addio negato e il peso del silenzio

Il dolore più grande, racconta Ricciarelli, è legato al mancato saluto finale: «Io non avrei mai immaginato che mi fosse preclusa la possibilità di salutare per un’ultima volta quello che è stato il mio compagno di vita per diciott’anni. Ho appreso la notizia della morte di Pippo tramite messaggi di condoglianze scritti da amici e colleghi, la sera del 16 agosto». L’ultima occasione di incontro risale al 2019, all’Arena di Verona: «Non ci siamo detti una parola e ci siamo abbracciati. Con lui c’era anche lei».

Un’eredità che divide, tra affetti e memoria

Alla camera ardente, infine, l’incontro con la donna che ha segnato l’ultima stagione della vita di Baudo: «L’unica cosa che mi sono sentita di dirle quando l’ho incontrata, in quell’occasione, è che mi aspettavo una telefonata. Non mi ha risposto. Non riesco a credere che non mi sia stato permesso di salutarlo prima della sua scomparsa». Parole che gettano una luce amara sul clima che ha accompagnato le ultime settimane del conduttore, rendendo ancora più complessa una vicenda che va oltre il valore economico dell’eredità, toccando corde profonde di affetti e memoria.

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