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Influenza in arrivo, quando vaccinarsi e chi deve farlo

Pubblicato: 11/09/2025 09:47
Influenza arrivo quando vaccinarsi

L’arrivo dell’autunno porta con sé non solo il cambiamento dei colori e delle abitudini, ma anche il consueto interrogativo sulla vaccinazione antinfluenzale. Nelle farmacie e negli studi medici cominciano a comparire i primi manifesti informativi, mentre le conversazioni quotidiane iniziano a intrecciarsi con dubbi e consigli. C’è chi sceglie di vaccinarsi subito, spinto dal desiderio di essere protetto in anticipo, e chi invece preferisce attendere, temendo che l’efficacia possa svanire troppo presto, proprio quando l’inverno colpisce più duro.
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Le previsioni degli esperti parlano di una stagione influenzale potenzialmente più aggressiva della precedente. Questo accresce la sensazione di urgenza, ma al tempo stesso amplifica i dubbi sulla tempistica ideale. L’immunità indotta dal vaccino, infatti, non è eterna e il suo effetto tende a diminuire col passare dei mesi. La domanda non è più solo se vaccinarsi, ma quando farlo per ottenere la massima protezione nel momento più critico dell’anno.

Le differenze tra nord e sud

Come spiega Silvestro Scotti, segretario generale nazionale della Federazione Italiana Medici di Medicina Generale (FIMMG), la scelta del momento giusto varia in base alla latitudine. Nelle regioni meridionali, dove l’estate tende a protrarsi e le temperature restano miti più a lungo, è consigliabile posticipare la vaccinazione antinfluenzale verso novembre. In questo modo si riesce a garantire una copertura più alta fino a marzo e aprile, quando spesso i virus influenzali vivono un ultimo picco.

Nel Nord Italia, invece, la situazione è opposta: con l’abbassarsi anticipato delle temperature e la maggiore frequentazione di spazi chiusi, è preferibile non attendere troppo. Vaccinarsi a ottobre permette di essere già protetti quando i primi freddi iniziano a favorire la diffusione dei virus. Questo aspetto è fondamentale, perché il vaccino impiega circa due settimane per garantire la protezione completa, tempo necessario affinché l’organismo produca gli anticorpi specifici.

L’importanza per anziani e fragili

Il ruolo del medico di medicina generale diventa cruciale soprattutto per gli anziani e le persone fragili, che rappresentano le categorie più vulnerabili. È compito del medico valutare i dati epidemiologici delle stagioni precedenti e consigliare ai propri pazienti quando è più opportuno vaccinarsi. Tuttavia, questa decisione non è sempre nelle mani dei professionisti: la disponibilità effettiva dei vaccini dipende dalle Regioni e dai sistemi di distribuzione sanitaria, che in passato hanno talvolta causato ritardi nella campagna vaccinale.

Nonostante i possibili slittamenti, resta valido un principio essenziale: è sempre meglio vaccinarsi, anche in ritardo. Perfino nei mesi di dicembre, gennaio o febbraio, l’iniezione può offrire una protezione utile per evitare giorni di febbre, malessere e assenze dal lavoro o dalla scuola. La vaccinazione antinfluenzale non solo tutela chi la riceve, ma contribuisce a limitare la circolazione del virus, proteggendo le persone più vulnerabili e riducendo il peso economico e sociale della malattia.

I dati sulla copertura vaccinale

Secondo l’ultimo report del Ministero della Salute, la passata stagione ha registrato una copertura ancora troppo bassa, soprattutto tra gli over 65, che sono il target prioritario della campagna. Solo il 52,5% di questa fascia di popolazione ha ricevuto il vaccino, un dato in calo rispetto al 53,3% della stagione 2023-2024 e ben lontano dall’obiettivo minimo del 75% indicato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).

Nella popolazione generale, la copertura si è fermata al 19,6%, in lieve crescita rispetto all’anno precedente (18,9%), mentre tra i bambini tra i 5 e gli 8 anni si è registrata una media del 29,1%, con picchi del 75,2% nella Provincia Autonoma di Trento. Al contrario, tra gli adulti tra i 18 e i 64 anni i tassi restano molto bassi, oscillando tra il 4 e il 12%, segno di una fascia di popolazione ancora scarsamente protetta.

Una sfida di salute pubblica

La sfida, ora, è invertire questa tendenza. Aumentare l’adesione alla vaccinazione antinfluenzale significa ridurre il numero di contagi, alleggerire il carico sul sistema sanitario e proteggere chi rischia complicanze gravi. Gli esperti insistono sul fatto che vaccinarsi non è solo un atto individuale, ma una scelta di responsabilità collettiva. E in un’epoca in cui i virus influenzali mostrano un’elevata capacità di diffusione e mutazione, pianificare con attenzione il momento della vaccinazione può fare la differenza tra una stagione serena e una segnata dall’ennesima emergenza sanitaria.

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