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Nuovo allarme sanitario in Europa, Italia la più colpita: “Intervento urgente, la minaccia è seria”

Pubblicato: 11/09/2025 15:55

Un nuovo allarme sanitario scuote l’Europa: il fungo farmacoresistente Candidozyma auris (ex Candida auris) è ormai una “seria minaccia per i pazienti e i sistemi sanitari”. A lanciare l’alert è l’Ecdc, Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, che ha diffuso i risultati della sua quarta indagine sul fenomeno. I dati parlano chiaro: tra il 2013 e il 2023 sono stati registrati oltre 4mila casi nell’Ue/Spazio economico europeo, con un picco nel 2023 di 1.346 segnalazioni in 18 Paesi.

L’Italia è purtroppo tra i Paesi più colpiti: con 712 casi risulta al terzo posto per numero di infezioni, dopo Spagna (1.807) e Grecia (852), ma davanti a Romania (404) e Germania (120).

Una diffusione rapida e difficile da fermare

Il super fungo non è solo resistente ai farmaci antimicotici, ma ha una particolare capacità di sopravvivere a lungo su superfici e apparecchiature mediche. Questo lo rende estremamente difficile da contenere una volta entrato in ospedale. Colpisce soprattutto pazienti già debilitati e può causare infezioni gravi, spesso letali.

“Il numero di casi è in aumento, le epidemie stanno aumentando di portata e diversi Paesi segnalano una trasmissione locale in corso”, avverte l’Ecdc. Da qui la richiesta di un “intervento urgente” basato su diagnosi precoce, sorveglianza e misure di contenimento immediate.

Diamantis Plachouras, responsabile della sezione resistenza antimicrobica dell’Ecdc, sottolinea: “C. auris si è diffusa nel giro di pochi anni, passando da casi isolati a una diffusione capillare in alcuni Paesi. Ma questo non è inevitabile: diagnosi rapida e controllo coordinato possono prevenire un’ulteriore trasmissione”.

Recenti epidemie sono state segnalate in Cipro, Francia e Germania, mentre Paesi come Italia, Spagna, Grecia e Romania hanno ormai perso la possibilità di distinguere i singoli focolai, vista l’ampiezza della diffusione.

Italia in prima linea, ma con lacune da colmare

La situazione appare complessa: sebbene la capacità di laboratorio sia considerata “relativamente solida” – con 29 Paesi dotati di centri di riferimento e 23 in grado di eseguire test avanzati – solo 17 Stati hanno un sistema di sorveglianza nazionale per C. auris e appena 15 dispongono di linee guida specifiche per la prevenzione.

Secondo l’Ecdc, in assenza di un monitoraggio sistematico e della segnalazione obbligatoria dei casi, la portata del problema è probabilmente sottostimata. L’agenzia con sede a Stoccolma ribadisce l’urgenza di aiutare gli Stati membri a rafforzare la preparazione e le capacità di risposta, così da contenere le epidemie prima che diventino ingestibili.

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Ultimo Aggiornamento: 11/09/2025 16:34

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