
Il cielo era limpido, uno di quei cieli che sembrano promettere solo routine e normalità. Le prime ore della giornata scorrevano lente, con i ragazzi che riempivano i corridoi tra chiacchiere distratte e passi affrettati. La campanella aveva già richiamato tutti nelle aule, mentre fuori i parcheggi restavano ancora costellati di automobili lasciate in fretta, come sempre succede nei giorni di scuola.
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Nessuno poteva immaginare che quel silenzio, interrotto solo dal ronzio dei neon e dal fruscio delle pagine sfogliate, stesse per essere spezzato da un rumore secco, improvviso, capace di cambiare il ritmo della giornata in un battito di cuore. Un suono che non apparteneva a quel luogo, e che nessuno avrebbe mai voluto sentire lì.
L’attimo che ha cambiato tutto
Quando il primo colpo ha riecheggiato, il tempo si è come fermato. I volti si sono irrigiditi, le voci sono svanite, lasciando spazio al fragore dei passi che cercavano riparo. Alcuni ragazzi hanno urlato, altri sono rimasti immobili, come se il corpo rifiutasse di obbedire. Poi il caos, il fuggi fuggi generale, porte che si chiudevano, zaini lasciati a terra, telefoni che squillavano nelle tasche mentre mani tremanti cercavano un appiglio.
In pochi minuti, il cortile e i corridoi si sono svuotati, lasciando dietro di sé una scia di quaderni sparsi e sedie rovesciate. L’orologio sembrava essersi fermato, mentre fuori, in strada, si cominciavano a sentire le prime sirene.

La sparatoria alla Evergreen High School
Solo più tardi, tra il fumo e il frastuono delle sirene, è arrivata la conferma: la sparatoria era avvenuta alla Evergreen High School, un istituto superiore del Colorado con oltre 900 studenti. L’allarme è scattato alle 12:24 ora locale di mercoledì, quando le prime chiamate sono giunte all’ufficio dello sceriffo della contea di Jefferson.
Il sospettato, uno studente dell’istituto, ha aperto il fuoco con una pistola colpendo due coetanei, poi è rimasto gravemente ferito ed è morto poco dopo per ferite autoinflitte. L’ufficio dello sceriffo ha annunciato la sua morte con un messaggio sulla piattaforma X, mentre la scuola è stata evacuata e dichiarata sicura solo ore dopo.
L’intervento delle forze dell’ordine
Sul posto sono intervenuti oltre 100 agenti delle forze dell’ordine, che hanno sgomberato completamente l’area e assistito gli studenti sotto shock. Secondo la portavoce Jacki Kelley, il sospettato non è stato colpito dalla polizia, poiché nessun agente ha aperto il fuoco durante l’operazione.
Il giovane era tra i tre studenti ricoverati in ospedale, e le autorità hanno già avviato perquisizioni nella sua abitazione, nell’armadietto scolastico e nella sua auto per cercare un movente che possa spiegare l’accaduto.

La fuga disperata degli studenti
Alcuni testimoni hanno raccontato di scene di panico e disperazione. Un residente della zona ha riferito che diciotto ragazzi hanno trovato rifugio nella sua abitazione, poco distante dall’istituto, dopo che un primo gruppo aveva bussato alla porta chiedendo aiuto.
Uno studente ha detto di aver sentito spari mentre si trovava nella mensa e di essere corso via insieme ad altri compagni, lasciando tutto dietro di sé. I corridoi, un tempo familiari, si sono trasformati in un labirinto di paura, mentre fuori l’eco delle sirene segnava la fine della normalità.
Indagini e ricerca del movente
Ora la polizia sta cercando di ricostruire nei dettagli le dinamiche della sparatoria e di comprendere cosa abbia spinto lo studente a compiere il gesto estremo. Le autorità stanno esaminando eventuali segnali di disagio precedenti e valutando se l’attacco sia stato premeditato o frutto di un impulso improvviso.
L’episodio ha acceso nuovamente i riflettori sulla questione della sicurezza nelle scuole statunitensi e sull’accesso alle armi da fuoco tra i minori, temi che continuano a dividere il dibattito pubblico dopo ogni tragedia come questa.