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Violenza disumana su una ragazza, arrestato in Italia: chi è l’autore dell’orrore

Pubblicato: 11/09/2025 13:06

È un 25enne originario del Mali l’uomo fermato nella notte tra mercoledì e giovedì con l’accusa di essere il responsabile dello stupro della 18enne avvenuto tra il 30 e il 31 agosto nei pressi della stazione ferroviaria di San Zenone al Lambro, in provincia di Milano. L’indagine, coordinata dalla Procura di Lodi, ha portato al fermo dopo un’intensa attività investigativa supportata anche dalla struttura dove il sospettato era ospitato.

L’uomo, un migrante ospite della onlus Fratelli di San Francesco, è stato individuato grazie a rilievi genetici, riprese video e testimonianze acquisite dagli investigatori. I reati contestati sono violenza sessuale aggravata dalla minorata difesa, per le condizioni e il luogo in cui è avvenuta l’aggressione, e lesioni personali, in relazione ai traumi riportati dalla giovane vittima.

Durante una conferenza stampa, la procuratrice di Lodi, Laura Pedio, ha fornito i dettagli dell’arresto, spiegando che la collaborazione della onlus è stata fondamentale. “Il direttore della struttura ha collaborato attivamente con le forze dell’ordine: ci ha fornito accesso ai locali, ai tamponi genetici degli ospiti e alle registrazioni delle telecamere interne”, ha dichiarato.

Proprio grazie a questa collaborazione è stato possibile identificare il 25enne come presunto autore dell’aggressione. Gli elementi raccolti sono stati ritenuti sufficienti per procedere con il fermo, convalidato nelle ore successive dal magistrato di turno. Le indagini proseguono per ricostruire l’intera dinamica dell’accaduto e verificare eventuali responsabilità aggiuntive.

La vittima, una ragazza di 18 anni, era stata aggredita nei pressi della stazione, in un’area scarsamente illuminata e priva di telecamere funzionanti. Dopo l’abuso, era riuscita a dare l’allarme e a ricevere assistenza medica. Le sue condizioni sono state giudicate compatibili con la violenza subita, come confermato dal referto ospedaliero.

Secondo quanto emerso, l’aggressione si sarebbe consumata in un momento di vulnerabilità, in un luogo appartato, rendendo più difficile una reazione o una richiesta immediata di aiuto. Da qui la contestazione della “minorata difesa”, un’aggravante spesso utilizzata nei reati commessi in situazioni di isolamento o debolezza della vittima.

La procuratrice ha anche lanciato un appello agli amministratori locali, invitandoli a dotare le aree pubbliche di un numero adeguato di telecamere funzionanti. “Ci sono casi in cui, anche quando ci sono, le manutenzioni sono carenti. Questo rende più difficile ricostruire vie di fuga o dinamiche dei reati”, ha sottolineato Pedio.

Il caso ha riacceso il dibattito sulla sicurezza nelle stazioni ferroviarie minori, spesso prive di vigilanza costante e mal collegate con i centri abitati. San Zenone al Lambro, piccolo comune dell’hinterland milanese, è servito da una sola linea suburbana e presenta diverse criticità infrastrutturali.

L’uomo fermato si trova ora in carcere, a disposizione dell’autorità giudiziaria. Nei prossimi giorni verranno eseguiti ulteriori accertamenti tecnici, tra cui l’analisi comparativa del DNA, per rafforzare il quadro indiziario già ritenuto solido dalla Procura. La vicenda ha suscitato forte indignazione nell’opinione pubblica e nelle istituzioni.

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