
Un episodio destinato a sollevare indignazione e allarme nel mondo sanitario è emerso nelle ultime settimane. Si tratta di una vicenda che ha messo in discussione il senso stesso della fiducia tra medici, pazienti e istituzioni, sollevando interrogativi sulla tenuta etica della professione.
Il caso non riguarda solo il singolo protagonista, ma investe il sistema sanitario nel suo complesso, toccando questioni di sicurezza, responsabilità e credibilità. L’attenzione è massima anche perché avvenuto in un contesto delicatissimo: una sala operatoria, durante un intervento chirurgico programmato.

Il medico e l’ospedale
Il protagonista è Suhail Anjum, 44 anni, anestesista consulente con anni di esperienza al Tameside Hospital di Greater Manchester. L’episodio risale al 16 settembre 2023, quando il medico avrebbe lasciato un paziente sedato per circa otto minuti, chiedendo a un’infermiera di “sorvegliarlo” durante quella che ha definito una “pausa di conforto”. In quel lasso di tempo è stato sorpreso in atteggiamenti intimi con un’altra infermiera in una sala adiacente.
Le testimonianze in tribunale
Secondo la ricostruzione presentata al Medical Practitioners Tribunal Service (MPTS), un collega entrato nella stanza li avrebbe trovati in una “posizione compromettente”. Il paziente non ha riportato complicazioni, ma per il General Medical Council (GMC) il gesto è stato definito “inaccettabile e non professionale”, perché “abbandonare la sala operatoria in quelle condizioni costituisce un rischio significativo per il paziente e mina la fiducia nel sistema sanitario”.
La difesa di Anjum
Davanti alla corte, Anjum ha ammesso i fatti, spiegando di aver agito in un periodo di forte pressione emotiva. “Non sto cercando di giustificare il mio comportamento – ha dichiarato – ma è stato un errore di giudizio in un momento di grande pressione emotiva”. Ha aggiunto che la nascita prematura della figlia, con gravi complicazioni, e la mancanza di supporto familiare hanno inciso sulle sue condizioni psicologiche. Ha espresso “profondo rammarico” e assicurato che non si ripeterà.
Le possibili conseguenze
L’udienza disciplinare, iniziata l’11 settembre 2025 e in corso fino al 17, dovrà stabilire se Anjum sia ancora “fit to practise”, cioè idoneo a esercitare la professione medica nel Regno Unito. Le opzioni vanno dalla sospensione temporanea alla radiazione dall’albo. Qualunque sia il verdetto, il caso rappresenta un precedente destinato a segnare la giurisprudenza disciplinare in ambito ospedaliero.