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“Mentre lo strangolavamo, la bimba…”. Alessandro fatto a pezzi dalla madre, la confessione shock

Pubblicato: 12/09/2025 17:47

“Lo strangolavamo ma la bimba si è svegliata e mi sono allontanata per calmarla”, è la sconvolgente confessione di Lorena Venier, madre di Alessandro Venier e oggi imputata per il suo omicidio. L’uomo, 35 anni, sarebbe stato ucciso e smembrato nella casa di famiglia a Gemona del Friuli (Udine), con la complicità della compagna Mailyn Castro Monsalvo.

La dinamica dello strangolamento

Stando al racconto della madre, a strangolare Alessandro sarebbe stata proprio la compagna, dopo che lei lo aveva stordito con un farmaco. «Alessandro era supino e Mailyn ha puntato i piedi sulle sue spalle, ha messo i lacci degli scarponi intorno al collo e ha cominciato a tirare» ha dichiarato Lorena Venier.

In quei momenti, la figlioletta della coppia si sarebbe svegliata: «In quel momento, mi sono allontanata perché la bambina stava piangendo e mi sono recata da lei. Quando sono riuscita a tranquillizzarla sono tornata in soggiorno e Mailyn stava ancora stringendo i lacci intorno al collo e io l’ho aiutata. Alessandro in quel momento stava esalando gli ultimi respiri». La donna ha aggiunto: «Abbiamo mollato i lacci, Alessandro ha continuato per qualche attimo a respirare ancora e poi non più. Erano circa le 21.30 quando è morto».

I sonniferi, l’insulina e lo smembramento

Secondo la ricostruzione, era stata proprio Lorena, infermiera, a procurarsi i sonniferi da sciogliere nella limonata e l’insulina iniettata all’uomo. È stata sempre lei a raccontare di aver fatto a pezzi il cadavere: «Mi è allora venuto in mente di dovergli tagliare le gambe. Ho preso un coltello da cucina ma non avevo pensato alle ossa. Allora ho pensato di tagliare l’addome, ma c’era la spina dorsale».

A quel punto, la donna avrebbe usato una sega da legna: «Questa opera l’ho posta in essere io da sola, rifiutando l’aiuto che mi offriva Mailyn». Successivamente, la compagna avrebbe aggiunto la calce acquistata online.

Il silenzio di Mailyn

Al contrario, Mailyn Castro Monsalvo in carcere non parla più, ma avrebbe già ammesso tutto ai carabinieri in un audio di oltre 26 minuti, considerato dal Gip «pienamente utilizzabile» contro di lei.

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