
Sono stati aperti i due testamenti olografi di Giorgio Armani, redatti rispettivamente il 15 marzo e il 5 aprile di quest’anno, entrambi custoditi in busta sigillata. Dai documenti emerge con chiarezza la volontà dello stilista di garantire la continuità del suo impero creativo e imprenditoriale attraverso un equilibrio tra affetti familiari e struttura aziendale.
La Fondazione e la proprietà della Spa
L’intera proprietà della Giorgio Armani Spa passa alla Fondazione Giorgio Armani, che riceve il 9,9% delle azioni in piena proprietà e il 90% in nuda proprietà, mentre l’usufrutto viene attribuito a Pantaleo dell’Orco – compagno e braccio destro dello stilista – insieme ai tre nipoti e alla sorella Rosanna.
I diritti di voto e la governance
Quanto ai diritti di voto nell’azienda, il 40% spetterà a Pantaleo dell’Orco, il 30% alla Fondazione, mentre il 15% ciascuno ai nipoti Silvana Armani e Andrea Camerana. Le azioni senza diritto di voto sono state assegnate a Roberta Armani e a Rosanna Armani, delineando un assetto che distribuisce le responsabilità ma lascia la guida operativa a chi, al fianco di Giorgio Armani, ha contribuito per decenni alla costruzione del marchio.
Un’eredità che non riguarda soltanto il patrimonio materiale, ma anche la salvaguardia della visione e dell’identità stilistica che hanno reso Armani un simbolo globale della moda italiana.