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Barca piena di studenti si capovolge in mare: è strage

Pubblicato: 13/09/2025 07:13

Il rumore del motore che batteva sull’acqua era una costante familiare per i passeggeri, una promessa di viaggio e di arrivo. Tra di loro c’erano molti giovani, studenti con l’entusiasmo e la spensieratezza di chi ha la vita davanti. Il battello era affollato, forse troppo, ma nessuno sembrava farci caso; i viaggi erano spesso così, una convivenza stipata tra persone e merci, un equilibrio precario che, fino a quel momento, si era sempre retto.

Poi, senza un avvertimento, quell’equilibrio si è spezzato. L’acqua ha inghiottito il battello in un istante di caos e terrore, trasformando il viaggio in una lotta disperata. I soccorsi sono arrivati, ma per molti l’aiuto è giunto troppo tardi.

Barca piena di studenti si capovolge in mare

Il bilancio ufficiale, riportato dai media statali, è di almeno 86 persone morte dopo che un’imbarcazione a motore si è capovolta nella provincia dell’Équateur, nel nord-ovest della Repubblica Democratica del Congo. L’incidente è avvenuto mercoledì nel territorio di Basankusu e ha colpito in modo particolarmente crudele la comunità, dato che la maggior parte delle vittime erano studenti.

Sebbene non sia stata fornita una causa ufficiale, i media statali hanno puntato il dito contro un “carico improprio”. Questa attribuzione solleva una questione critica e ricorrente nel trasporto fluviale in molte parti del mondo: la negligenza e la scarsa sicurezza. Spesso, a causa di una regolamentazione debole e della pressione economica, le imbarcazioni vengono sovraccaricate ben oltre la loro capacità. Questo, unito alla scarsa manutenzione e alla vetustà delle barche, crea un cocktail mortale. Le vie d’acqua sono fondamentali per la vita e l’economia di queste regioni remote, ma la mancanza di infrastrutture alternative costringe la gente a usare mezzi di trasporto rischiosi.

Le conseguenze e la necessità di un’azione

La tragedia ha scosso la nazione, gettando una luce sinistra sulle fragilità di un sistema di trasporto che mette in pericolo le vite dei suoi cittadini più vulnerabili. Le conseguenze non si limitano solo alle perdite umane; intere famiglie sono state distrutte e le comunità dovranno affrontare un lutto collettivo di proporzioni immense. In passato, dopo incidenti simili, le autorità hanno spesso promesso di rafforzare le normative e i controlli, ma l’applicazione di queste misure è stata a dir poco limitata. Questa ennesima tragedia è un crudo promemoria che è giunto il momento di agire in modo decisivo. È imperativo investire in infrastrutture sicure, formare gli operatori e, soprattutto, implementare una regolamentazione rigorosa e farla rispettare, per far sì che tragedie come quella di Basankusu non si ripetano mai più.

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