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Meloni attacca la sinistra: “Accusati di odio da chi festeggia l’omicidio di Kirk”. Replica durissima del PD

Pubblicato: 13/09/2025 12:23

Nel suo intervento alla festa nazionale dell’UDC a Roma, la premier Giorgia Meloni ha affrontato un tema delicato e controverso, mettendo in discussione la coerenza di chi accusa la sua parte politica di fomentare l’odio.

La premier ha espresso un forte disappunto, sottolineando come le stesse persone che rivolgono queste accuse siano poi disposte a giustificare, e persino a celebrare, un atto di violenza estrema come l’omicidio di un giovane, Charlie Kirk, reo, a suo dire, di aver difeso le proprie idee con coraggio. Questa dichiarazione ha riacceso il dibattito sulla doppia morale e sulla strumentalizzazione della violenza nel contesto politico, sollevando interrogativi profondi sulla natura del discorso pubblico e sulla percezione della giustizia e dell’etica.

La contestazione di un doppio standard

La premier ha esplicitamente puntato il dito contro un presunto doppio standard morale, un’accusa che riecheggia spesso nel dibattito politico. Secondo Meloni, esisterebbe una dicotomia inquietante: da un lato, una costante e severa censura nei confronti di determinate posizioni politiche, etichettate come “di odio”; dall’altro, una sorprendente tolleranza, se non addirittura un’aperta approvazione, verso atti di violenza che colpiscono avversari politici. Questa narrazione suggerisce che l’accusa di “odio” non sia sempre un giudizio oggettivo, ma piuttosto uno strumento utilizzato per squalificare e delegittimare l’avversario. Il caso di Charlie Kirk viene qui usato come esempio emblematico di questa logica distorta.

Il martirio di un attivista

La scelta di fare riferimento all’assassinio di Charlie Kirk non è casuale. Meloni ha voluto presentare il giovane come un martire delle proprie convinzioni, un ragazzo che ha pagato con la vita il coraggio di esprimere le sue idee. Questa retorica eleva la sua figura al di sopra della semplice cronaca, trasformandola in un simbolo. Il suo omicidio, in questa interpretazione, non è solo un atto criminale, ma un attacco alla libertà di espressione e, per estensione, un attacco a tutti coloro che, come lui, non temono di esporsi. L’assunto è che chiunque si trovi a difendere posizioni considerate “scomode” rischia non solo l’ostracismo, ma anche la violenza fisica, giustificata o tollerata da chi si erge a paladino dell’antidiscriminazione.

L’accusa di ipocrisia

Il cuore del discorso di Meloni è una netta accusa di ipocrisia. La premier non si limita a contestare le accuse di odio rivolte alla sua comunità politica, ma le rovescia, insinuando che l’odio e la violenza siano in realtà tollerati, se non persino incoraggiati, dagli stessi che si professano difensori della tolleranza e della non-violenza. Questa è una strategia retorica potente: smantella la superiorità morale che l’avversario si attribuisce, mettendone in luce le presunte contraddizioni. L’argomento è che l’odio è condannato solo quando proviene da una certa direzione politica, mentre diventa accettabile, o viene banalizzato, quando colpisce persone considerate “dal lato sbagliato” della barricata. La domanda che Meloni solleva è quindi provocatoria: l’odio è odio solo se non è rivolto contro di noi?

L’uso della violenza come strumento politico

Meloni ha anche sollevato una questione più ampia e di fondamentale importanza: l’uso della violenza, sia verbale che fisica, come strumento di lotta politica. La sua critica suggerisce che in un clima di polarizzazione estrema, l’avversario non è più visto come un semplice contendente politico, ma come un nemico da eliminare, se non fisicamente, almeno simbolicamente. La banalizzazione della violenza e la sua giustificazione implicita, o esplicita, rappresentano, in questa visione, una grave minaccia per la democrazia stessa. L’omicidio di Kirk viene qui usato per evidenziare come questa spirale di violenza possa sfuggire di mano, portando a conseguenze tragiche e irreparabili.

Replica durissima del PD

I capigruppo del Partito Democratico al Senato e alla Camera, Francesco Boccia e Chiara Braga, insieme all’europarlamentare Nicola Zingaretti, criticano aspramente Giorgia Meloni. Accusano la Premier di tentare di “incendiare il clima politico” con “accuse insensate e pericolose” rivolte all’opposizione, sostenendo che questo serva a nascondere le mancanze del suo governo. Il PD ribadisce di aver sempre condannato ogni forma di violenza politica. Inoltre, rivolge un’accusa diretta alla destra, in particolare negli Stati Uniti, di non voler mettere al bando le armi che causano stragi.

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Ultimo Aggiornamento: 13/09/2025 13:51

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