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“Putin vuole attaccare l’Europa”, arriva il terribile annuncio. Scenario da brividi 

Pubblicato: 13/09/2025 08:58

Andrius Kubilius, commissario europeo per la Difesa, ha offerto un’analisi molto seria in una conversazione con La Repubblica. La sua visione è che le recenti azioni della Russia siano state una mossa calcolata per mettere alla prova le capacità non solo della Polonia, ma di tutta l’UE e della NATO. Non si trattava solo di un singolo paese; l’obiettivo era capire come il collettivo occidentale avrebbe reagito e quanto efficacemente sarebbe stato in grado di difendersi.

Kubilius non ha usato mezzi termini, dichiarando Putin come il “nemico pubblico numero uno” dell’Unione Europea. Ha sottolineato questo punto citando le valutazioni di varie agenzie di intelligence, inclusa quella tedesca, che prevedono che Putin potrebbe essere pronto a testare l’Articolo 5 della NATO entro tre o quattro anni. Questa affermazione serve come un severo avvertimento, suggerendo che le attuali tensioni non sono un punto di arrivo, ma piuttosto un preludio a un potenziale confronto più diretto.

La strategia della provocazione russa

La Russia non sta agendo a caso. La sua strategia sembra essere quella di mettere alla prova la coesione e la resilienza delle alleanze occidentali. Ogni incursione aerea, ogni cyberattacco e ogni azione ai confini non è un evento isolato, ma parte di un disegno più ampio. L’obiettivo è sondare i punti deboli, identificare le lacune nelle risposte difensive e valutare la rapidità e la determinazione con cui la NATO e l’UE possono mobilitare le proprie forze. Questo approccio, sia psicologico che militare, mira a seminare incertezza e a far emergere eventuali divisioni tra i Paesi membri. La percezione di una risposta lenta o indecisa da parte dell’Occidente potrebbe incoraggiare ulteriori provocazioni, spingendo il Cremlino a osare di più, in un’escalation che potrebbe avere conseguenze imprevedibili.

Il significato dell’articolo 5

L’Articolo 5 del Trattato Nord Atlantico è il pilastro della difesa collettiva della NATO. Esso stabilisce che un attacco armato contro uno o più Paesi membri in Europa o in Nord America deve essere considerato un attacco contro tutti. Attivarlo significa che ogni membro dell’alleanza è obbligato a intervenire per assistere il Paese aggredito. Non si tratta solo di una clausola burocratica, ma del cuore pulsante dell’alleanza, il deterrente per eccellenza. La previsione dei servizi di intelligence tedeschi, citata da Kubilius, suggerisce che Putin potrebbe non solo voler testare la reazione dell’Occidente, ma proprio la sua volontà di applicare questo articolo cruciale. Una mossa del genere sarebbe la più grande sfida alla sicurezza europea e globale dalla fine della Guerra Fredda.

La necessità di una risposta unitaria

Di fronte a una minaccia così chiara, la risposta deve essere unitaria e decisa. L’UE e la NATO non possono permettersi di mostrare crepe. L’allarme lanciato dal commissario Kubilius non è solo una constatazione, ma un appello all’azione. È fondamentale rafforzare le capacità difensive non solo individualmente, ma anche collettivamente. Ciò include investimenti nella difesa, maggiore coordinamento tra gli eserciti dei Paesi membri e l’elaborazione di piani di risposta chiari e rapidi per ogni scenario possibile. La deterrenza non si basa solo sulle armi, ma anche sulla credibilità della volontà politica di usarle. La Russia deve essere certa che qualsiasi tentativo di destabilizzazione, in qualsiasi forma, incontrerà una risposta rapida, ferma e unita da parte dell’intero blocco occidentale. La posta in gioco è la stabilità e la sicurezza dell’intero continente.

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