
L’IDF (Forze di Difesa Israeliane) afferma di aver colpito un grattacielo nella città di Gaza che sarebbe stato utilizzato da Hamas come punto di osservazione e sorveglianza. L’azione sarebbe avvenuta dopo un avviso di evacuazione per gli occupanti della struttura.
Stando a quanto riportato dal Times of Israel, l’edificio ospitava apparati per monitorare i movimenti delle truppe nella zona. Tali strumenti servirebbero a Hamas per anticipare attacchi, controllando con videosorveglianza o altri sistemi gli spostamenti militari.
Poco prima del bombardamento, è stato diffuso un avviso pubblico che invitava i residenti a lasciare l’edificio. Le autorità israeliane sostengono che questa misura facesse parte delle precauzioni per limitare i danni civili.

L’attacco al grattacielo segue una serie di altri raid analoghi su edifici alti nella città di Gaza, tutti riconducibili a presunte attività militari da parte di gruppi armati. Israele sostiene che Hamas utilizzi infrastrutture civili per scopi operativi.
Gli abitanti della zona segnalano panico e fughe improvvise dopo gli avvisi: molti residenti avrebbero lasciato rapidamente le proprie abitazioni, mentre altri avrebbero cercato rifugio in edifici più bassi o zone più sicure.
La scelta di colpire edifici alti riflette la strategia israeliana di indebolire i comandi operativi di Hamas, puntando su punti nodali come le torri residenziali con funzioni strategiche. Ciò comprende strutture che ospitano sistemi di comunicazione, centri di osservazione o posti di controllo.
Tuttavia, le autorità palestinesi e diverse organizzazioni internazionali hanno espresso preoccupazione per la protezione dei civili e le conseguenze umanitarie di questi attacchi, soprattutto nelle aree densamente popolate come Gaza City.
Al momento non è chiaro il numero delle vittime o dei feriti provocati dall’ultimo raid. Anche la dinamica esatta dell’operazione, compreso se tutti gli avvisi di evacuazione siano stati recepiti o rispettati, resta oggetto di verifica.