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Esplosioni e fiamme a Kiev, la guerra dei droni si allarga fino alla Russia

Pubblicato: 14/09/2025 06:59

Un grande incendio ha squarciato la notte di Kiev. Diverse esplosioni hanno colpito la capitale ucraina e, secondo le prime informazioni, un deposito di carburante sarebbe stato centrato, mentre circolano voci di un attacco anche all’impianto del gas cittadino. Le fiamme, visibili a distanza, hanno illuminato la città in un contesto che ormai da mesi vive l’incubo costante delle incursioni notturne.

Le autorità locali parlano di una situazione “sotto controllo” grazie all’intervento tempestivo dei vigili del fuoco, ma l’episodio si inserisce in una spirale di attacchi e contrattacchi che sta moltiplicando i fronti di guerra. La capitale, già più volte bersaglio di raid missilistici e aerei, torna così al centro del conflitto, mentre la battaglia dei droni si intensifica e coinvolge sempre più profondamente il territorio russo.

Droni ucraini colpiscono raffinerie in Russia

Nella stessa notte in cui Kiev è stata scossa dalle esplosioni, diversi droni ucraini hanno centrato infrastrutture critiche in Russia. Secondo fonti di Kiev, un impianto chimico nel Territorio di Perm e una grande raffineria di petrolio a Kirishi, nella regione di Leningrado, sono stati colpiti da ordigni lanciati a centinaia di chilometri di distanza. L’impianto, filiale di Surgutnaftogaz, è tra i più grandi del Paese, con una capacità di oltre 10 milioni di tonnellate di petrolio l’anno. Le esplosioni hanno provocato incendi e costretto le autorità russe a intervenire d’urgenza.

Non si tratta di episodi isolati. Solo ieri, un altro attacco aveva preso di mira un sito petrolifero a Ufa, sempre in territorio russo. Una strategia che mira a colpire la produzione e la logistica energetica di Mosca, trasformando la guerra in una partita ad alta intensità che non conosce più confini netti.

Mosca: abbattuti 80 droni

Il ministero della Difesa russo ha diffuso un bollettino che descrive una notte di fuoco nei cieli del Paese. Secondo Mosca, le difese aeree hanno intercettato e distrutto 80 droni ucraini: 30 nella regione di Bryansk, 15 in Crimea, 12 a Smolensk, 10 a Kaluga, cinque a Novgorod, tre sul Mar d’Azov, due a Leningrado e altri nelle regioni di Orël, Rjazan e Rostov. Una mappa che restituisce l’idea di una guerra diffusa e ormai capace di toccare contemporaneamente più aree del territorio russo.

Sul fronte terrestre, Kiev ha rivendicato la riconquista del villaggio di Filia, nella regione di Dnipropetrovsk, temporaneamente occupato dalle truppe di Mosca. Si tratta di un’area che fino a pochi mesi fa non era mai stata teatro di operazioni dirette, segno che l’offensiva estiva russa ha tentato di aprire nuovi varchi. Il portavoce Oleksii Bielskyi ha spiegato che unità del 425esimo reggimento Skelya hanno ripristinato il controllo ucraino, respingendo i russi oltre i confini del villaggio.

Il quadro, tra fiamme a Kiev e infrastrutture russe colpite in profondità, segna un salto ulteriore nella guerra dei droni, sempre più centrale nella strategia di entrambi i fronti e destinata a rendere il conflitto ancora più imprevedibile.

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