
«Mai così colpito in trent’anni». Così Matteo Salvini commenta, in un’intervista al Corriere della Sera, l’omicidio di Charlie Kirk, il giovane attivista conservatore ucciso durante un evento pubblico negli Stati Uniti. Il leader della Lega racconta un turbamento profondo e personale: «Ci ho pianto», ammette, parlando di un prima e un dopo nella sua visione della politica.
Più dell’atto in sé, spiega Salvini, lo hanno sconvolto le reazioni all’omicidio: «C’è stato un fiume di rabbia e cattiveria, esibita senza vergogna». Da un lato, studenti che pregano in silenzio; dall’altro, una parte dell’opinione pubblica – anche italiana – che secondo lui ha mancato di pietà e ha perfino colpevolizzato la vittima o l’ex presidente Donald Trump.
«Kirk era bianco, cristiano, conservatore, non Lgbt+, anti-woke», sottolinea il vicepremier. E si chiede se queste caratteristiche possano bastare a “giustificare” la violenza in certi ambienti radicali: «È il segno che stiamo entrando in un tempo nuovo, e molto pericoloso. Questo potrebbe essere un episodio che cambia la storia, come ha detto la vedova di Charlie».

A colpire Salvini sono stati anche i silenzi, soprattutto da parte di chi – a suo dire – dovrebbe condannare con forza atti del genere: «Non si può godere della morte di un avversario. Anche da chi mi divide tutto, auguro lunga vita». Cita Oriana Fallaci, per ribadire che tacere, in certi momenti, è una colpa.
Da qui nasce la sua idea di andare nelle scuole e nelle università. Un progetto che partirà a breve con una lettera ai presidi e ai rettori: «Voglio parlare con i ragazzi, ascoltarli, anche quelli che non la pensano come me». Al centro ci saranno il suo ruolo da ministro, le politiche giovanili, ma soprattutto la libertà di pensiero.
Tutto questo si rifletterà anche sul tradizionale raduno di Pontida, che quest’anno – dice Salvini – sarà «diverso da tutti gli altri»: un momento per riflettere su «coraggio, libertà e resistenza alla violenza». Attesi ospiti internazionali, come Jordan Bardella, esponenti del conservatorismo europeo, e giovani influencer “coraggiosi”.
Si parlerà anche di politica interna, dalle Regionali in Veneto – dove spera di presentare il nome del candidato – alle alleanze future con FdI, soprattutto in Lombardia. «Un passo alla volta», precisa Salvini, citando Umberto Bossi. E nega le voci su una candidatura diretta di Roberto Vannacci, pur confermandone il ruolo attivo nel movimento.
Lo sguardo si sposta poi all’estero: dalla foto del vertice di Pechino tra Russia, India e altri Paesi, alla preoccupazione per l’instabilità internazionale. Ma, secondo Salvini, non è stato Trump a causare i conflitti attuali, quanto piuttosto la gestione dell’amministrazione Biden. «Serve realismo, anche se in gioco ci sono interessi economici».
Infine, parla di bilancio e banche. L’obiettivo è coinvolgere i grandi istituti per sostenere famiglie e imprese: «Se le banche, che nel 2024 hanno guadagnato 46 miliardi, chiudono il 2025 con qualcosa in meno per aiutare gli italiani, saranno felici tutti». E rilancia la proposta di una rottamazione definitiva delle cartelle esattoriali.