
«Ho fatto una Pet. Sono pulito, il tumore non c’è più». Lo ha annunciato il presidente della Regione Liguria, Marco Bucci, in un’intervista al Corriere della Sera, confermando l’esito positivo degli ultimi accertamenti clinici. Un anno fa gli era stato diagnosticato un carcinoma spinocellulare con metastasi, scoperto nel maggio 2024, quando era ancora sindaco di Genova e valutava la candidatura alla guida della Regione.
Dopo l’operazione e l’inizio delle terapie, arrivò la proposta di candidarsi per succedere a Giovanni Toti. Una scelta che Bucci inizialmente non voleva fare: «Ero contrario, perché volevo portare a termine il mandato da sindaco, ma anche perché non sapevo se sarei stato fisicamente in grado di affrontare una campagna elettorale così impegnativa».

A fargli cambiare idea fu Giorgia Meloni, che secondo quanto racconta Bucci, lo convinse a mettersi in gioco. «Ci ho pensato a lungo. Furono giorni molto delicati», confessa. La sua salute divenne inevitabilmente un tema pubblico e, in alcuni casi, oggetto di speculazione politica.
«Mi davano già per morto, ma almeno la scommessa sulla durata di un anno l’abbiamo vinta», dice oggi con un sorriso. Nonostante le difficoltà, Bucci sottolinea di aver ricevuto anche solidarietà trasversale, come quella dello sfidante del centrosinistra Andrea Orlando, che durante la campagna elettorale «condannò pubblicamente le frasi iettatorie» rivolte al suo indirizzo.
Le polemiche non sono mancate, ma il presidente ligure non si lascia abbattere: «In campagna elettorale si dicono tante sciocchezze e cattiverie, ma la mia priorità era la salute, non rispondere alle provocazioni». Oggi, con una Pet negativa, può guardare avanti con maggiore serenità.
«Mi sento quasi più in forze di prima», afferma, ipotizzando che sia anche merito degli anticorpi monoclonali utilizzati durante il trattamento. La battaglia contro il cancro ha segnato profondamente la sua vita personale e politica, ma ora si apre una nuova fase.

Nonostante il buon esito degli ultimi esami, Bucci dovrà sottoporsi a nuovi controlli tra un anno. La cautela resta, ma il sollievo è evidente: «Ho ritrovato energia e voglia di fare. Ora posso davvero dedicarmi a pieno al mio mandato regionale».
Il caso Bucci, con la sua vicenda umana e politica, ha rappresentato in Liguria un raro esempio di unità e rispetto bipartisan, anche nei momenti di tensione. Una storia di resilienza personale e di servizio pubblico che, oggi, può finalmente tornare a concentrarsi sul futuro.