
Marcell Jacobs torna al centro della scena, ma questa volta il riflettore illumina un momento di crisi e riflessione profonda. La semifinale dei 100 metri ai Mondiali di Tokyo si trasforma in uno spartiacque nella carriera del campione olimpico: eliminato con un 10’’16 deludente, l’azzurro si lascia andare a considerazioni sincere che scuotono tutto il mondo dell’atletica.
“Non so se vale la pena continuare”, rivela davanti ai microfoni. “La testa mi sta dicendo che non riesce a reggere tutte queste delusioni”. Un messaggio che in pochi si aspettavano, ma che riporta al centro uno degli aspetti più umani dello sport: il peso delle aspettative e il coraggio di fermarsi.
Crisi sportiva e voglia di rinascere
Jacobs non si nasconde: “So che non valgo 10’’16, ma questo è il tempo che ho nelle gambe in questo momento”. Già dal 2023 aveva fatto i conti con la possibilità di dover rivedere il proprio futuro se le cose non fossero cambiate. Ora la realtà sembra bussare con forza.
“La gente mi ha conosciuto dopo le Olimpiadi, ma le parole di tristezza nella mia carriera sono state tre volte di più rispetto a quelle di gioia”, confessa. La stagione 2025, segnata da infortuni e fatica, non gli ha permesso di recuperare quella leggerezza che lo aveva portato in cima al mondo.

Delusioni e nuove prospettive
Nemmeno la magia dei Mondiali è riescita a cambiare il copione: “Sapevo che era una stagione complicata, ma speri sempre in un tocco di magia”. L’atleta ammette che “gli altri sono arrivati più preparati di me, ma questo è lo sport. Non si può vivere nel passato”. E il peso di vivere “da atleta 24 ore su 24” senza risultati concreti si fa sentire, lasciando spazio alla frustrazione.
All’orizzonte resta la staffetta 4×100, ma anche qui sono molte le incertezze: “C’è chi sta meglio di me e sarebbe meglio far fare esperienza ai più giovani. Valuteremo nei prossimi due giorni”. Jacobs rimarca il suo amore per l’atletica ma non nasconde la fatica di “rincorrere le stagioni e gli infortuni”. E conclude con amarezza: “Un tempo così non lo facevo nemmeno quando facevo salto in lungo”.
Lo sport come viaggio tra alti e bassi
Quando un campione di questo calibro si espone così apertamente, il messaggio arriva potente. È il racconto di una sfida personale, della ricerca di senso, della voglia di non arrendersi pur nella difficoltà. Marcell Jacobs, anche resta un esempio di per la nostra atletica. E il pubblico, ora più che mai, si stringe attorno a lui in attesa di scoprire quale sarà il suo prossimo passo.