Vecchi problemi, nuova stangata. Non c’è tregua. Per i consumatori italiani la prospettiva è da incubo: le bollette resteranno elevate e difficilmente scenderanno nel breve periodo. A pesare è l’andamento del prezzo del gas, strettamente legato anche a quello dell’energia elettrica. Dopo l’addio al metano russo, l’Italia – come gran parte d’Europa – ha aumentato l’acquisto di Gnl americano, che costa molto di più.
Secondo i dati Snam, nei primi sei mesi dell’anno il Gnl ha coperto il 30% delle forniture nazionali, dietro solo al gas algerino (34%). Un cambiamento radicale negli approvvigionamenti che ha ridisegnato i costi energetici.
L’accordo Ue-Usa sui dazi e l’effetto prezzi
Il nuovo accordo politico tra Washington e Bruxelles sui dazi ha sancito l’aumento dell’import energetico dagli Stati Uniti, soprattutto di Gnl. Ma qui sta la “fregatura”: il prezzo del Gnl Usa è sì legato alle quotazioni interne dell’Henry Hub (più basse di quelle europee), ma su di esso pesano liquefazione, trasporto e rigassificazione. Tutto questo porta il costo finale quasi ai livelli del Ttf di Amsterdam, oggi intorno ai 33 euro per megawattora, quasi il doppio della media pre-crisi.
Questo meccanismo si riflette automaticamente anche sul prezzo dell’energia elettrica in Italia, che si forma sul mercato al livello marginale più alto. Nel 2024, per il 65% del tempo, il prezzo marginale è stato quello delle centrali a gas, consolidando così tariffe elevate.

Energy Release: la misura che rischia di diventare un boomerang
Nemmeno sul fronte dell’Energy Release, il piano del Mase per contenere i costi energetici delle imprese energivore, arrivano buone notizie. In origine la misura fissava un prezzo calmierato di 65 euro al megawattora, con la restituzione in tre anni dell’energia scontata ricevuta nell’arco di 20 anni.
Ora, dopo i rilievi di Bruxelles sul rischio di aiuti di Stato, prende corpo l’ipotesi di dover restituire anche il vantaggio economico ottenuto. Un’eventualità che potrebbe rendere l’incentivo molto meno efficace e lasciare le aziende senza un reale paracadute.
La realtà è che, pur con meno volatilità, i costi energetici restano strutturalmente alti. Il cambio di fornitori ha permesso di diversificare ma non di risparmiare. E senza un vero calo del prezzo del gas, né famiglie né imprese potranno vedere bollette più leggere in tempi brevi.