
Alla festa nazionale dell’Unità di Reggio Emilia, la segretaria del Pd Elly Schlein ha scandito il messaggio che vuole diventare la cifra della nuova stagione politica del centrosinistra: unità. “Dico a Meloni: abituatevi, uniti e compatti vi batteremo, prima alle regionali e poi alle politiche, non vi faremo più il favore di dividerci”, ha dichiarato dal palco, annunciando che per la prima volta da vent’anni l’alleanza progressista si presenta compatta alle regionali.
Sfida alla premier e alle riforme
La leader dem ha attaccato la premier Giorgia Meloni sui temi istituzionali e sociali: “La destra spinge per autonomia differenziata, premierato e riforma della giustizia, ma a noi non serve l’uomo e tantomeno la donna sola al comando, questo Paese ha già dato. Fa male doverlo dire alla prima presidente del Consiglio donna: non ci basta avere una premier donna se non si batte per migliorare la vita delle altre donne”. Un passaggio che sottolinea la distanza sul terreno della parità di genere e delle politiche familiari.
Meloni: “Solo ossessione contro di noi”
La replica della presidente del Consiglio è arrivata subito via social: “La differenza è semplice: noi siamo uniti da valori comuni e da una visione, loro solo dall’ossessione di battere noi”. Uno scambio che conferma il clima di scontro frontale tra governo e opposizione.
Schlein ha ribadito che l’alternativa progressista non è più solo un’aspirazione ma una “realtà concreta”, invitando gli alleati a non perdere tempo in polemiche interne ma a lavorare insieme con movimenti, associazioni e corpi intermedi.
Politica estera ed economia
Sul fronte internazionale la segretaria dem ha criticato la linea del governo: “Non si può piegare la politica estera alle amicizie ideologiche, lo dico a Meloni: altro che sovranità, hanno mostrato subalternità a Trump e Netanyahu. E sull’Ucraina non si può negoziare una pace giusta senza che a quel tavolo sieda quel popolo che ha subito un’invasione criminale. Serve l’Europa e serve la diplomazia”.
In economia, Schlein ha parlato di “terza manovra senza respiro” e ha accusato l’esecutivo di “non avere una visione” di fronte a un quadro fragile in cui, senza il Pnrr, l’Italia sarebbe già in recessione. Ha inoltre puntato il dito sul risiko bancario, denunciando un’ingerenza del governo “senza precedenti” che rischia di favorire “cordate amiche” e consolidare un blocco di potere politico ed economico.