
Il mondo del cinema italiano piange la scomparsa di una delle sue figure più iconiche. Un artista che, con il suo talento e la sua visione, ha lasciato un segno profondo nella storia della settima arte, firmando scenografie e costumi che hanno contribuito a rendere immortali molte delle opere a cui ha partecipato. La notizia della sua morte ha colpito duramente non solo il panorama culturale nazionale, ma anche quello internazionale, dove era riconosciuto come un vero maestro.
Gianni Quaranta, regista, scenografo, costumista e designer, è morto a Roma all’età di 82 anni. I funerali sono previsti per martedì 16 settembre 2025, alle ore 11:00, presso la Basilica di Santa Maria in Montesanto in piazza del Popolo, la storica Chiesa degli Artisti. Qui amici, colleghi e ammiratori potranno rendere omaggio a un protagonista assoluto della cultura italiana e internazionale.
Una carriera tra talento e grandi collaborazioni
Nato ad Arsiè, in provincia di Belluno, il 30 agosto 1943, Quaranta si è formato all’Accademia di Belle Arti di Brera, a Milano. Iniziò la sua carriera come assistente scenografo, ma ben presto il suo stile originale lo portò a emergere tra i migliori del settore. Ha lavorato fianco a fianco con registi del calibro di Franco Zeffirelli, Lina Wertmüller, Bernardo Bertolucci, James Ivory, Gian Carlo Menotti e Luca Ronconi, contribuendo alla realizzazione di alcune delle pellicole più rappresentative del cinema italiano.
Il suo percorso è stato costellato di riconoscimenti prestigiosi: nel 1987 vinse l’Oscar per la miglior scenografia con “Camera con vista” di James Ivory, diventando un punto di riferimento mondiale nel suo campo. A questo successo si aggiungono un Bafta Award, un César francese per “Farinelli” e tre Nastri d’Argento. Premi che confermano la capacità di Quaranta di unire innovazione e rispetto per la tradizione in ogni sua creazione.
Le opere indimenticabili e il contributo al cinema

Indimenticabili le sue collaborazioni con Zeffirelli, tra cinema e opera: “Fratello sole, sorella luna”, “Gesù di Nazareth”, “Pagliacci”, “Cavalleria rusticana”, “La Traviata”, “Otello”. Ogni progetto portava la sua firma, in perfetto equilibrio tra fedeltà storica e creatività scenica. Nel corso della sua carriera ha lavorato anche a film fondamentali come “Tutto a posto e niente in ordine” di Lina Wertmüller e “Novecento” di Bernardo Bertolucci, consolidando la sua posizione tra i più grandi scenografi italiani.

La sua arte ha attraversato confini e generi, unendo cinema, teatro e lirica in una stessa ispirazione creativa. Il suo lascito resta vivo nei film e nelle opere che hanno segnato oltre mezzo secolo di cultura, offrendo lezioni preziose alle nuove generazioni di artisti chiamati a costruire il futuro senza dimenticare la forza evocativa del passato.
Un’eredità che ispira il futuro


La scomparsa di Gianni Quaranta lascia un vuoto profondo nel mondo dell’arte e dello spettacolo. Il suo percorso umano e professionale rappresenta un esempio di dedizione e genialità, una testimonianza che continuerà a ispirare chi crede nella forza espressiva del cinema italiano e nell’importanza della memoria culturale.
L’eredità di Quaranta sarà per sempre impressa nelle pellicole e nelle scenografie che hanno fatto la storia, ricordando a tutti quanto il genio e la passione possano cambiare il volto dell’arte.