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“La faccia del diavolo su quelle banconote”. L’immagine che fa impazzire i social: la verità

Pubblicato: 15/09/2025 17:27

Un presunto volto demoniaco nascosto tra le pieghe di una banconota da 50 euro sta alimentando polemiche surreali in Bulgaria, dove gruppi religiosi e movimenti anti-euro stanno cavalcando la teoria per contrastare l’ingresso del Paese nella moneta unica. Secondo un video virale, piegando il biglietto in un certo modo e avvicinandolo a uno specchio, emergerebbe l’immagine del “maligno”.

Quella che potrebbe sembrare una trovata di un artista postmoderno è invece diventata una sorta di manifesto occulto per chi si oppone all’adozione dell’euro, prevista per il 2026, a diciotto anni dall’ingresso della Bulgaria nell’Unione Europea. Una teoria tanto bizzarra quanto efficace nel clima politico e sociale di un Paese dove oltre il 65% dei cittadini si dice contrario al cambio di moneta.

A guidare la mobilitazione è il partito ultranazionalista “Rinascita”, il cui leader Kostadin Kostadinov ha definito il lev un simbolo identitario da difendere a ogni costo. Al suo fianco, esponenti come l’eurodeputato Petar Volgin, che denunciano l’imposizione dell’euro come un’ingerenza straniera sulle decisioni bulgare.

Nel frattempo, la leggenda del diavolo sulla banconota si è trasformata in un’arma di propaganda: su TikTok, YouTube e altri social, l’immagine ha ottenuto decine di migliaia di visualizzazioni. Per molti, è il simbolo di una moneta imposta da poteri oscuri, non solo in senso politico ma addirittura spirituale.

Di fronte al crescente clamore, è intervenuta anche la Banca Centrale Europea (BCE), che ha smentito categoricamente l’esistenza di qualsiasi messaggio occulto nelle banconote in euro. Il design, ha spiegato l’istituzione di Francoforte, si basa su elementi simbolici come ponti, finestre e porte, a rappresentare apertura, cooperazione e dialogo.

Secondo la BCE, ciò che alcuni vedono nella banconota da 50 euro è il risultato di una semplice pareidolia, ovvero il fenomeno psicologico che porta a riconoscere volti o forme familiari in oggetti casuali. Lo stesso meccanismo che ci fa vedere animali tra le nuvole o figure umane su una superficie rocciosa.

Ma in Bulgaria, dove la diffidenza verso Bruxelles è forte e persistente, l’illusione visiva si è trasformata in un caso mediatico. Un pretesto perfetto per chi, da tempo, cerca di minare la fiducia nelle istituzioni europee e nella transizione alla moneta unica.

È paradossale che proprio le banconote nate per simboleggiare unità e coesione europea siano oggi usate per evocare presunti complotti o minacce esoteriche. Eppure, la narrazione funziona: nel clima incerto che accompagna ogni grande cambiamento, anche una leggenda urbana può diventare una miccia.

Forse, più che un volto maligno tra le pieghe del denaro, a emergere è la paura collettiva del cambiamento, amplificata dai social network, dal sospetto verso l’esterno e da una propaganda abile a trasformare illusioni ottiche in strumenti di lotta politica.

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