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Moglie e figlia uccise a fucilate, orrore disumano in Italia: l’annuncio è appena arrivato

Pubblicato: 15/09/2025 19:13

È stato condannato all’ergastolo Salvatore Montefusco, l’uomo che il 13 ottobre 2022 uccise a fucilate la moglie Gabriela Trandafir, 47 anni, e la figlia della donna, Renata, 22, nella loro casa di Cavazzona di Castelfranco Emilia, in provincia di Modena. Lo ha deciso oggi la Corte d’Assise d’Appello, accogliendo l’impugnazione della Procura Generale.

In primo grado Montefusco era stato condannato a 30 anni di carcere, con la concessione delle attenuanti generiche. Una decisione che aveva sollevato polemiche, anche per un passaggio in sentenza che parlava di “comprensibilità umana” dei motivi che avevano spinto l’imputato ad agire. Oggi i giudici hanno riformato la sentenza, dopo una breve camera di consiglio.

La sostituta procuratrice generale Rossella Poggioli aveva chiesto il massimo della pena, sostenendo che le attenuanti non fossero in alcun modo applicabili a un gesto così efferato. La Corte ha accolto in pieno questa visione, disponendo anche un anno di isolamento diurno per Montefusco.

Il duplice omicidio era avvenuto con un fucile a canne mozze, in un contesto di violenza familiare già noto alle autorità. Renata era stata colpita mortalmente davanti agli occhi della madre, che a sua volta è stata uccisa sotto lo sguardo del figlio minore. Un’esecuzione agghiacciante, in una scena descritta dagli inquirenti come di estrema brutalità.

A rappresentare i familiari delle vittime è l’avvocata Barbara Iannuccelli, che ha commentato con soddisfazione la sentenza: “La famiglia di Gabriela e Renata esprime una grandissima soddisfazione per l’ergastolo comminato. È stato riconosciuto che la concessione delle attenuanti era sbagliata e il giudizio di bilanciamento con le aggravanti è stato finalmente corretto”.

Sui suoi profili social, la legale ha ricordato la drammaticità dell’omicidio, sottolineando l’orrore vissuto da madre e figlia negli ultimi istanti di vita: “Renata aveva solo 22 anni. È stata massacrata a colpi di fucile a canne mozze davanti agli occhi della madre, che poi è stata uccisa allo stesso modo davanti agli occhi del figlio minore”.

Un femminicidio familiare, l’ennesimo, che ha scosso profondamente la comunità emiliana e ha portato nuovi interrogativi sulla tutela delle donne in situazioni di pericolo. Montefusco, 73 anni, non ha mai mostrato segni di pentimento durante il processo.

“Nemmeno il peggior film del terrore può avere una trama così. – ha scritto ancora l’avvocata Iannuccelli – Nessuna giustizia potrà mai cambiare il finale. Ma questo orrore potrà almeno essere degno di un ergastolo?”. Una domanda che oggi ha trovato una risposta giudiziaria.

La famiglia delle vittime ha ribadito che nessuna sentenza potrà cancellare il dolore, ma che l’ergastolo rappresenta almeno un segnale di rispetto per due vite spezzate in modo crudele. La condanna definitiva chiude uno dei casi più crudi di violenza domestica e femminicidio degli ultimi anni.

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