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Giornalismo e sport in lutto, addio alla voce storica: tutti in lacrime

Pubblicato: 15/09/2025 15:39

Il dolore che si prova quando scompare una voce amica, una figura che ha accompagnato intere generazioni attraverso le emozioni dello sport, è un dolore particolare. Non è la perdita di un familiare, non è un legame di sangue, ma è qualcosa di altrettanto profondo. È come se un pezzo della nostra giovinezza, un frammento dei nostri ricordi più belli legati a un goal, a un pugno vincente o a una vittoria inaspettata, venisse strappato via. Quella voce, riconoscibile tra mille, era un ponte tra noi e le gesta dei campioni. Rendeva ogni evento non solo un momento da vedere, ma un’esperienza da vivere. È una perdita che si sente nel cuore, un vuoto che rimarrà.

È morto Franco Ligas

È morto all’età di 80 anni Franco Ligas, una figura iconica e una voce inconfondibile che ha segnato il mondo del giornalismo sportivo italiano. La notizia della sua scomparsa ha lasciato un vuoto nel cuore di chi, per decenni, ha seguito le sue telecronache e i suoi servizi, riconoscendo in lui non solo un cronista, ma un vero e proprio narratore di emozioni. Mediaset, l’azienda per la quale ha lavorato per tanti anni, ha voluto ricordarlo con un messaggio toccante: “Rendeva ogni partita un piccolo spettacolo. Ciao Franco, sarai sempre nei nostri cuori”.

La passione per lo sport

Franco Ligas si è distinto per la sua profonda conoscenza e l’amore viscerale per diverse discipline. Sebbene molti lo ricordino per la sua attività nel mondo del calcio, dove le sue telecronache erano capaci di trasformare un evento sportivo in un racconto avvincente, la sua passione spaziava ben oltre. Era un appassionato di ippica, un esperto capace di descrivere la tensione e l’eleganza di una corsa di cavalli con un linguaggio preciso e coinvolgente. Ma era forse nel pugilato che Ligas trovava la sua massima espressione. La boxe, con le sue storie di riscatto, di fatica e di gloria, era per lui un palcoscenico ideale. Le sue cronache dei match erano un crescendo di tensione, un’analisi puntuale dei colpi e delle strategie, ma anche un’esplorazione delle anime dei pugili, rendendo ogni incontro una narrazione epica.

Una voce inconfondibile

Ciò che ha reso Franco Ligas davvero indimenticabile è stata la sua voce. Un timbro caldo e avvolgente, capace di trasmettere entusiasmo, sorpresa, ma anche un senso di profonda calma e competenza. Non era una semplice voce narrante; era un compagno di viaggio che guidava lo spettatore attraverso le pieghe di una partita, di una corsa o di un incontro. Il suo stile narrativo non era mai banale, ma sempre arricchito da una profonda cultura sportiva e da aneddoti che rendevano ogni commento unico. Non si limitava a descrivere ciò che accadeva in campo, ma ne interpretava il significato, il peso e l’impatto emotivo. Le sue telecronache erano un’esperienza sensoriale completa, dove il suono delle sue parole si fondeva con le immagini per creare un’atmosfera indimenticabile.

La scomparsa di Franco Ligas lascia un vuoto nel panorama del giornalismo sportivo, ma la sua eredità rimarrà intatta. Ligas ha rappresentato una generazione di cronisti che non si accontentava di informare, ma voleva emozionare e coinvolgere. Ha insegnato che per raccontare lo sport non basta conoscere le regole, ma bisogna comprenderne l’anima. Ha dimostrato che una voce, se usata con passione e competenza, può diventare un’icona. Le sue telecronache rimarranno un punto di riferimento per le generazioni future di giornalisti e, per chi ha avuto il privilegio di ascoltarlo, i suoi commenti resteranno un ricordo indelebile di un’epoca in cui lo sport era, prima di tutto, un grande spettacolo. La sua figura rimarrà nel cuore degli appassionati, un eterno narratore di imprese sportive e di storie umane.

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