
Il processo per l’omicidio di Sofia Stefani è tornato al centro dell’attenzione della cronaca giudiziaria con la ripresa delle udienze dopo la pausa estiva. L’episodio ha sconvolto l’opinione pubblica per le circostanze particolari in cui si è consumato: un rapporto intimo tra vittima e imputato, l’uso di un’arma da fuoco e il contesto lavorativo in cui si è verificata la tragedia.
Leggi anche: “L’ho colpita lì, in quel punto”. Femminicidio Campanella, gli sms shock di Argentino alla madre
Le udienze hanno messo in luce dinamiche complesse, caratterizzate da relazioni personali intrecciate con responsabilità professionali. Le dichiarazioni rilasciate in aula hanno delineato un quadro fatto di tensioni emotive, scelte discutibili e momenti di intimità controversi, alimentando il dibattito su quanto i rapporti personali possano influire sulle decisioni di chi ricopre ruoli di responsabilità pubblica.
L’interrogatorio di Giampiero Gualandi
Il caso riguarda Giampiero Gualandi, ex comandante della Polizia Locale di Anzola Emilia (Bologna), accusato dell’omicidio volontario aggravato di Sofia Stefani, 33 anni, avvenuto il 16 maggio 2024 all’interno dell’ufficio di Gualandi. La vittima, oltre a essere sua sottoposta, era anche sua amante. La difesa sostiene che il colpo partì accidentalmente durante una colluttazione, mentre la Procura ritiene che si sia trattato di un atto intenzionale.
Durante l’interrogatorio in Corte d’Assise di Bologna, Gualandi ha risposto alle domande dei legali di parte civile, affrontando dettagli relativi ai rapporti personali con la vittima. Ha raccontato dei messaggi a sfondo sessuale e delle immagini scambiate tra i due, spiegando che molti di essi erano legati alla passione di Sofia per il film Cinquanta sfumature di grigio. “Una sola volta Sofia prenotò una stanza in un locale che riproduceva fedelmente una location del film, ma poi non ci siamo andati, lei ha disdetto”, ha detto l’imputato.

I dettagli sul “contratto di sottomissione sessuale”
L’avvocato Andrea Speranzoni, che rappresenta i genitori di Sofia, ha chiesto chiarimenti sul cosiddetto “contratto di sottomissione sessuale” emerso all’inizio del processo. Gualandi ha dichiarato che si trattava di un gioco e che non ricorda se la vittima avesse firmato il documento. Ha sottolineato inoltre di non aver visto il film né letto il libro da cui il contratto prendeva spunto.
Rispondendo a domande relative a una chiavetta usb sequestrata contenente immagini intime tra i due, Gualandi ha dichiarato di non ricordare se Sofia fosse a conoscenza di quel materiale né se alcune foto fossero state scattate negli uffici di Anzola. Ha però confermato che ci furono “momenti di intimità, non frequenti, anche in ufficio”.

La ricostruzione dei fatti precedenti
L’imputato ha poi ricostruito un episodio avvenuto il 13 dicembre 2023, quando, secondo la sua versione, ci fu un piccolo incidente nel parcheggio sulla Bazzanese, vicino alla casa dei genitori di Sofia. Durante un contatto fisico, si ruppe un frammento di dente della vittima, che reagì con rabbia. Gualandi ha sostenuto che non l’ha mai colpita e che la reazione di Sofia fu sproporzionata, anche perché il dentista confermò l’assenza di contusioni o graffi.
L’ex comandante ha dichiarato di assumersi la responsabilità morale per l’accaduto, sottolineando il senso di colpa per non essere riuscito a proteggere Sofia. “Se avessi usato la testa e non avessi accettato la relazione, sbagliata per mille motivi… L’errore è stato tutto mio”, ha affermato.
Questioni patrimoniali e risarcimento
Gualandi ha inoltre parlato della sua situazione economica, precisando di avere un appartamento in cui vive con la moglie e un altro a Rimini con un mutuo. Ha annunciato l’intenzione di mettere a disposizione le quote di proprietà ai genitori di Sofia come forma di risarcimento, a testimonianza della volontà di assumersi la responsabilità civile dell’accaduto.
Il processo prosegue con l’esame delle testimonianze e l’analisi delle prove, mentre l’opinione pubblica segue con attenzione le udienze, consapevole della complessità del caso e delle implicazioni legali ed emotive legate all’omicidio di Sofia Stefani.