
Il conflitto in Ucraina sta mostrando come gli sciami di droni possano rappresentare un punto di svolta nella guerra moderna. Non più solo singoli velivoli pilotati a distanza, ma vere e proprie flotte coordinate, capaci di interagire tra loro con un intervento umano minimo. Una prospettiva che potrebbe trasformare radicalmente le strategie militari sia di Kiev che di Mosca.
Sciami di droni, la visione della startup ucraina Swarmer
A guidare questa evoluzione è Swarmer, una startup ucraina che sta sviluppando un software in grado di funzionare con quasi qualsiasi piattaforma. L’idea è quella di creare uno sciame fai-da-te di droni capaci di rilevare obiettivi, pianificare missioni ed eseguire attacchi in modo più rapido di un essere umano.
Il fondatore, Serhii Kupriienko, ha dichiarato che il sistema è già stato impiegato in oltre 70.000 operazioni sul campo, riducendo drasticamente il numero di operatori necessari: da nove a tre.
Verso l’autonomia degli sciami
Il software permette di ridurre la dipendenza da piloti altamente qualificati. In futuro, basteranno soldati con una formazione minima per impostare i parametri di missione: sarà lo sciame a condividere dati e a risolvere i problemi in tempo reale.
Secondo Kupriienko, i droni integrati nel sistema possono scambiarsi obiettivi, selezionare il carico utile più adatto e confermare i danni dopo un attacco, aumentando la resilienza contro le contromisure nemiche.
L’integrazione con mezzi terrestri
Swarmer punta ora a integrare il software non solo in droni aerei, ma anche in velivoli più grandi e veicoli terrestri senza pilota (UGV). L’obiettivo è arrivare a sciami composti da centinaia di unità e introdurre operazioni con armi combinate, in cui droni volanti e terrestri collaborano in tempo reale.
Un esempio già operativo è l’uso di UGV kamikaze o armati di mitragliatrici, impiegati da entrambe le parti per attaccare postazioni e supportare la fanteria.
I limiti dei droni terrestri
Tuttavia, i veicoli senza pilota di terra presentano fragilità: i segnali radio possono essere disturbati e i cavi in fibra ottica facilmente danneggiati. Per questo motivo, spesso gli UGV vengono guidati con l’aiuto di UAV in volo, che ne migliorano il controllo e l’orientamento verso il bersaglio.
Lezioni anche per gli Stati Uniti
L’esperienza ucraina sta influenzando anche l’approccio militare americano. Durante un’esercitazione in Indiana, l’esercito degli Stati Uniti ha testato nuovi concetti di sciame, concludendo che l’autonomia totale non è sempre la soluzione migliore: più dati sensoriali i droni riescono a elaborare – provenienti da altri velivoli, satelliti o fanteria – più efficaci diventano in missione.
Il sottosegretario alla Difesa per la ricerca, Emil Michael, ha sottolineato come le comunicazioni spaziali e la capacità dei droni di agire in coordinamento intelligente abbiano cambiato il modo di concepire l’automazione militare.
Una nuova corsa agli armamenti
L’adozione su larga scala degli sciami di droni potrebbe segnare una svolta tattica per Kiev, capace di compensare almeno in parte la superiorità numerica russa. Ma allo stesso tempo, questa evoluzione rischia di innescare una nuova corsa agli armamenti tecnologici, in cui l’elemento decisivo non sarà più solo la quantità di uomini o mezzi, ma la capacità di integrare intelligenza artificiale, comunicazioni sicure e cooperazione uomo-macchina.
Il conflitto in Ucraina diventa così un laboratorio militare globale, i cui insegnamenti potrebbero ridefinire il futuro della guerra ben oltre i confini europei.