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“70, 100mila euro”. Garlasco, Andrea Sempio intercettato: cosa salta fuori

Pubblicato: 16/09/2025 14:54

Riflettori accesi sul caso Garlasco: la puntata di Quarta Repubblica di lunedì 14 settembre ha riportato in auge uno dei misteri più discussi della cronaca italiana. Durante il talk show condotto da Nicola Porro su Rete 4, sono emersi nuovi dettagli sul delitto di Garlasco, con particolare attenzione a una intercettazione del 2017 che coinvolge Andrea Sempio, figura centrale nelle indagini più recenti.

Nell’audio diffuso in trasmissione, Sempio riflette sulle ripercussioni personali delle vicende giudiziarie che lo vedono protagonista: “Ho 28 anni, questa cosa durerà 16 anni. Vuol dire che io avrò 44 anni circa e potrò dire: bene, ora so che il guadagno va nelle mie tasche”. Un ragionamento lucido e amaro, che si arricchisce di dettagli concreti: “Quindi finalmente posso uscire dalla mia stanzetta e farmi una vita. Nella più rosea delle ipotesi, io ho 28 anni e quando ne avrò circa 45 arriverò al punto di dire bene, la causa è conclusa, ho recuperato 70mila euro e ne ho 100mila di spese. Cioè questo sembra assurdo, ma è il calcolo reale”.

Il peso delle indagini: tra speranze e delusioni

>>> “Alberto è innocente”. Garlasco, parlano gli avvocati di Stasi e Sempio: “Chi sono i veri assassini”

In studio, a commentare le parole di Sempio, l’avvocato Antonio De Rensis, storico difensore di Alberto Stasi, non nasconde la sua posizione: “Ragionando da un punto di vista oggettivo, da garantista, sposo le sue parole – ha dichiarato –. Ragionando da avvocato di Alberto Stasi e come cultore della giustizia dico, riprendendo parole dette da lui, se forse l’ex procuratore aggiunto Venditti non avesse capito in 21 secondi che Sempio non c’entrava nulla, come ha detto lui, forse avrebbe fatto indagini un po’ più approfondite e forse oggi non ci sarebbe questa situazione e magari poteva esserci un’altra soluzione. Sa cosa mi piace delle indagini di Pavia? Che approfondiscono”.

L’intervento di De Rensis evidenzia un cambio di passo nelle nuove indagini rispetto all’approccio iniziale, quando Sempio era stato escluso troppo in fretta. Un messaggio chiaro su quanto ogni dettaglio conti in una vicenda che non smette di far discutere.

Le voci della trasmissione: tra accuse e riflessioni

Decisamente più duro il commento in studio del giornalista Stefano Zurlo, che mette in discussione l’utilità delle intercettazioni: “Sempio è stato intercettato come i mafiosi molto a lungo – ha detto – questi sono soliloqui, sono colloqui che fa da solo. Mi sembrano le cimici che si mettono ai mafiosi. Non hanno portato a nulla, se non a infinite suggestioni. Questo fa capire tutto il paradigma della giustizia italiana, che ormai è diventato una specie di quiz”.

Le parole di Zurlo hanno scatenato un acceso dibattito tra gli ospiti, a conferma che il caso Garlasco resta un terreno controverso: tra il bisogno di chiarezza e il rischio di alimentare solo ipotesi infondate, la vicenda continua a dividersi tra processi già celebrati, condanne definitive e nuovi elementi che riaccendono periodicamente l’attenzione pubblica.

A distanza di oltre diciassette anni dall’omicidio di Chiara Poggi, le parole, le intercettazioni e i nuovi spunti dibattuti in tv continuano a tenere vivo il caso. Tra spese processuali, attese infinite e nuove ipotesi investigative, la storia di Garlasco resta una delle pagine più enigmatiche della cronaca italiana, capace di coinvolgere e dividere ancora oggi l’opinione pubblica.

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