
Le esplosioni hanno illuminato il cielo notturno e fatto tremare i palazzi per ore, mentre le sirene annunciavano nuovi raid aerei e le famiglie correvano a rifugiarsi sotto le macerie già colpite nei giorni scorsi. La città è stata investita da un’ondata di fuoco che ha colpito quartieri residenziali, strade già svuotate e infrastrutture fondamentali per la sopravvivenza dei civili. I boati si sono uditi fin dal centro di Israele, a conferma della violenza dei bombardamenti.
Nel cuore della notte, il fronte si è spostato verso la parte nord-occidentale della Striscia, dove i quartieri di Sheikh Radwan, Al-Karama e Tel al-Hawa sono stati investiti da una raffica di attacchi simultanei. In soli venti minuti, secondo fonti locali, sono stati registrati 37 bombardamenti: una sequenza che ha reso impossibile distinguere il rumore di un’esplosione dall’altra.
Carri armati dentro la città
Dopo giorni di preparazione e assedio, i carri armati israeliani sono entrati a Gaza City penetrando in profondità nei quartieri centrali, come Al-Jalaa. Le Forze di difesa israeliane parlano di operazioni mirate contro Hamas, ma le fonti palestinesi riferiscono di una vera e propria incursione terrestre su larga scala. L’avanzata è stata accompagnata da colpi di artiglieria e droni, con la popolazione costretta a fuggire a piedi verso sud o a cercare rifugio in ospedali già al collasso.
In molte aree residenziali, le evacuazioni si sono trasformate in esodi improvvisati: interi nuclei familiari lasciano le case portando con sé solo sacchi e coperte. Gli ospedali vicini alle zone colpite segnalano interruzioni nei servizi, difficoltà nell’accoglienza dei feriti e mancanza di scorte mediche di base.
Tensione diplomatica e accuse
Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha ribadito che gli attacchi continueranno “ovunque Hamas si nasconda”, definendo l’operazione un passaggio inevitabile per la sicurezza nazionale. Ma le reazioni internazionali si moltiplicano: dal Qatar, il sovrano denuncia che Israele stia tentando di rendere Gaza invivibile per costringere la popolazione a spostarsi, mentre alle Nazioni Unite la relatrice speciale Francesca Albanese parla di violazioni gravi dei diritti umani.
A Doha è prevista una riunione urgente del Consiglio di Cooperazione del Golfo per discutere di un meccanismo di difesa congiunto dopo l’attacco della scorsa settimana contro la leadership di Hamas proprio nella capitale qatariota. Nel frattempo, le organizzazioni umanitarie lanciano un nuovo allarme sulla catastrofe in corso: senza corridoi sicuri e con i bombardamenti ancora in atto, i civili restano intrappolati dentro una città che si svuota di ore in ore.


