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“Ombrello nucleare”. Guerra, la decisione che fa tremare l’Europa: l’annuncio

Pubblicato: 16/09/2025 10:30

Sui caccia Rafale atterrati alle porte di Varsavia campeggia il copricapo piumato dei capi Sioux: un simbolo storico dello squadrone 2/4 “Lafayette”, erede della leggendaria squadriglia franco-americana della Grande Guerra. Ma oggi, quel simbolo racconta molto di più. Quei jet fanno parte della Forza di dissuasione nucleare francese e rappresentano un segnale chiaro: la Francia è pronta a estendere il proprio ombrello atomico sulla Polonia.

Il messaggio, forte e inequivocabile, è contenuto nelle clausole riservate del Trattato bilaterale firmato il 9 maggio 2025 tra Parigi e Varsavia. Un patto che, pur senza dettagli ufficiali, include l’impegno francese a proteggere la Polonia «con qualsiasi mezzo» in caso di aggressione. Un gesto che arriva in un momento in cui tutte le nazioni del Baltico percepiscono la minaccia nucleare russa come sempre più concreta, a fronte di una copertura Nato giudicata insufficiente.

L’allontanamento progressivo degli Stati Uniti di Donald Trump dall’Europa ha spinto diverse capitali a guardare verso Parigi come unica potenza atomica continentale. Lo scorso aprile, la Svezia ha ospitato sei Rafale dello stesso squadrone, protagonisti della prima esercitazione nucleare fuori dai confini francesi. Anche se non armati di testate, il messaggio è stato chiaro: la deterrenza nucleare francese è potenzialmente al servizio dell’Europa. Lo ha ribadito a maggio, a Roma, anche l’allora ministro della Difesa Sébastien Lecornu: «Il presidente Macron mi ha chiesto di discuterne con i partner europei».

La Francia, a differenza del Regno Unito che dipende dalle tecnologie Usa, possiede un arsenale completamente nazionale, eredità della strategia di grandeur di De Gaulle. Ogni anno investe sei miliardi di euro per mantenerlo attivo: 50 Rafale armati con missili ASMP e quattro sottomarini nucleari equipaggiati con missili balistici M51. Sebbene numericamente inferiore a quello russo – che vanta circa 1.700 testate strategiche e centinaia di ogive tattiche – il principio della deterrenza non si basa sui numeri, ma sulla volontà politica di usarli.

I jet Rafale atterrati in Polonia dopo l’ultima incursione di droni russi non sono armati con testate nucleari: si tratta di pattugliamenti convenzionali. Tuttavia, la scelta di inviare proprio tre velivoli biposto dello squadrone Lafayette è stata deliberata: un gesto simbolico per dire a Varsavia che Parigi sarà al suo fianco anche nello scenario peggiore.

Da anni la Polonia chiede agli Stati Uniti lo schieramento di bombe nucleari sul proprio territorio, come già avviene in Italia, Germania, Belgio, Olanda e Regno Unito. La richiesta è tornata urgente nel 2023, quando Mosca ha trasferito testate in Bielorussia, a pochi chilometri dal confine polacco. Ma la Casa Bianca, guidata da Joe Biden, ha sempre evitato mosse che potessero inasprire la tensione con il Cremlino.

Proprio questo vuoto di garanzie ha aperto la porta alla Francia, che dal 2020 propone alla UE un “dialogo strategico” per la sicurezza collettiva europea. Lo scorso 13 maggio, Macron è stato esplicito: i Rafale della dissuasione potranno essere schierati in tutta l’Unione, ma a due condizioni: contributo economico degli alleati e controllo esclusivo della Francia sull’uso delle testate. Un compromesso che, a fronte della crescente aggressività russa, molte capitali sembrano oggi pronte ad accettare.

Nel frattempo, Parigi e Londra hanno firmato un accordo di integrazione dei comandi nucleari, anche se i britannici restano vincolati alla tecnologia statunitense. I colloqui con Berlino sono in corso, ma la Germania appare più cauta. Diversamente, paesi come Danimarca, Svezia, Finlandia e i Baltici stanno valutando con attenzione l’ipotesi di una copertura atomica francese europea.

Quella che fino a pochi anni fa sembrava un’idea irrealizzabile, oggi prende forma concreta. In un’Europa disillusa dal supporto americano e sempre più esposta alla pressione russa, la Francia si propone come garante ultimo della sicurezza continentale. E lo fa con lo stesso spirito che animò la squadriglia “Lafayette”: combattere per la libertà, anche oltre i propri confini.

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