
Il tracciamento in tempo reale sul sito della Global Sumud Flotilla mostra una realtà ben diversa dall’entusiasmo che aveva accompagnato la partenza: le 39 imbarcazioni coinvolte nella missione umanitaria sono ancora lontanissime da Gaza, con quasi 2000 chilometri di mare ancora da percorrere. Al momento, molte risultano ormeggiate in Sicilia e Tunisia, ben distanti dall’obiettivo finale.
L’iniziativa, salpata da Barcellona il 1° settembre, si era presentata come una delle più ampie azioni simboliche contro il blocco della Striscia, ma il viaggio si è trasformato in una sorta di calvario marino. La tratta iniziale tra Barcellona e Tunisi, circa 850 chilometri, era stata coperta con entusiasmo e spirito di unità. Oggi, però, lo slancio sembra affievolito, mentre cresce la frustrazione di chi segue la missione a distanza.
Secondo gli organizzatori, il rallentamento sarebbe dovuto a problemi logistici e alla necessità di coordinare una flotta così numerosa. Tuttavia, alcuni membri hanno già deciso di rinunciare, lasciando le proprie imbarcazioni. Nonostante queste difficoltà, i promotori ribadiscono che la Flotilla non intende fermarsi e che l’obiettivo resta quello di portare aiuti e solidarietà al popolo palestinese.
La Global Sumud Flotilla richiama precedenti missioni internazionali che hanno cercato di rompere l’assedio via mare imposto a Gaza. Anche questa volta, il valore è fortemente politico e simbolico, con il messaggio che la società civile internazionale non dimentica le condizioni di isolamento e sofferenza della popolazione della Striscia.