
L’offensiva terrestre israeliana è cominciata nel cuore della notte con un movimento massiccio di truppe e blindati. Carri armati hanno fatto irruzione non solo nelle zone periferiche, ma anche in diversi quartieri centrali di Gaza City, dando il via a combattimenti intensi. Contemporaneamente, si sono registrati decine di raid aerei in rapida successione, con l’impiego di droni, elicotteri d’attacco e nuove bombe-robot capaci di far collassare interi edifici in pochi secondi. Migliaia di civili hanno abbandonato in fretta le loro case, riversandosi nelle strade in direzione sud, mentre interi isolati crollavano sotto i colpi. L’Idf definisce questa fase “solo l’inizio” di un’operazione più ampia, e il ministro Katz ha scandito che “Gaza sta bruciando” e che Israele non intende fermarsi finché Hamas non sarà sconfitto. A Gerusalemme, intanto, i familiari degli ostaggi marciano verso la residenza di Netanyahu chiedendo risposte, mentre il premier ringrazia Trump per il sostegno e rassicura che Israele non colpirà il Qatar. Sul fronte internazionale, l’Onu lancia accuse durissime parlando di volontà di rendere Gaza “invivibile”, mentre Washington ribadisce il proprio appoggio ma invita a fermare l’escalation. Nella Striscia, il bilancio delle vittime è salito a 62 e testimoni raccontano di urla provenire dalle macerie. L’emergenza umanitaria appare già fuori controllo e peggiora minuto dopo minuto.
9.30 – Accuse di genocidio
Gli investigatori indipendenti delle Nazioni Unite hanno accusato Israele di aver commesso un “genocidio” a Gaza con l’intento di “distruggere i palestinesi”, attribuendo la responsabilità al primo ministro Benjamin Netanyahu e ad altri vertici dello Stato. Nel nuovo rapporto, pubblicato a quasi due anni di distanza dall’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023, la Commissione d’inchiesta internazionale ha rilevato che le forze israeliane hanno compiuto “quattro dei cinque atti genocidi previsti dalla Convenzione del 1948”, tra cui uccisioni, gravi danni fisici e psicologici e condizioni di vita mirate alla distruzione della popolazione. “La responsabilità per questi crimini atroci ricade sulle autorità israeliane ai più alti livelli”, ha dichiarato la presidente Navi Pillay, ex giudice del tribunale per il Ruanda, avvertendo che il silenzio della comunità internazionale “equivale a complicità”. Secondo dati Onu, dall’inizio della guerra sono state uccise quasi 65.000 persone a Gaza e gran parte della popolazione è stata sfollata, mentre è in corso una carestia conclamata. Israele respinge fermamente le accuse, mentre la Commissione collabora con la Corte penale internazionale, che ha già emesso mandati d’arresto contro Netanyahu e l’ex ministro della Difesa Yoav Gallant per crimini di guerra e contro l’umanità.

8.30 – La posizione italiana
“L’Italia non riconoscerà lo Stato palestinese”, ma durante l’Assemblea generale delle Nazioni Unite che si terrà a New York “discuteremo della soluzione a due Stati che è quella giusta”. Lo ha dichiarato il vice premier e ministro degli Esteri Antonio Tajani intervenendo a Start su Sky Tg24. “Siamo favorevoli allo Stato palestinese, ma prima bisogna riunificarlo”, ha aggiunto.
06:06 – Katz: “Gaza sta bruciando, non torneremo indietro”
Il ministro della Difesa Israel Katz ha parlato apertamente di una fase senza ritorno per Gaza. “La città sta bruciando, Hamas è sotto assedio in ogni angolo e i nostri soldati stanno combattendo con pugno di ferro contro le infrastrutture terroristiche”, ha detto. Katz ha aggiunto che l’operazione è volta a creare le condizioni per il rilascio degli ostaggi e per l’annientamento della capacità militare di Hamas. Ha ribadito che “non ci arrenderemo e non torneremo indietro” fino a quando la missione non sarà portata a termine, sottolineando che la pressione militare proseguirà a oltranza.

05:53 – Rubio incontra i familiari degli ostaggi
Il segretario di Stato americano Marco Rubio ha incontrato a Gerusalemme le famiglie degli ostaggi israeliani e stranieri detenuti da Hamas. Dopo l’incontro, Rubio ha parlato di “storie strazianti e incomprensibili” che hanno toccato profondamente anche la delegazione americana. “È stato commovente ascoltare i loro racconti, nessuno dovrebbe vivere un incubo simile. Hamas deve rilasciarli immediatamente, vivi e deceduti”, ha scritto su X, condividendo anche una foto dell’incontro. Il messaggio è stato interpretato come un chiaro segnale politico di vicinanza totale a Israele.
03:42 – Fonti mediche: almeno 62 morti a Gaza
Il bilancio dei raid israeliani si è aggravato rapidamente durante la notte. Fonti mediche locali, citate dall’agenzia palestinese Wafa, parlano di almeno 62 morti in diverse aree della Striscia. La maggior parte delle vittime si trovava nella città di Gaza, dove due rifugiati sono stati uccisi mentre cercavano riparo in una tenda improvvisata nel quartiere Nassr. Altri corpi sono stati estratti da sotto edifici crollati, e ospedali già al collasso stanno ricevendo feriti in condizioni disperate.
02:15 – Testimoni: urla sotto le macerie a Gaza City
Numerosi residenti hanno raccontato di aver sentito voci e grida provenire da sotto le macerie di palazzi crollati dopo i bombardamenti. In mancanza di mezzi di soccorso adeguati, gruppi di civili stanno scavando con le mani e con strumenti di fortuna per tentare di estrarre superstiti. Le immagini diffuse da testate locali mostrano uomini, donne e bambini che sollevano detriti alla luce di torce e telefoni, mentre in sottofondo si odono ancora i boati delle esplosioni.

01:54 – Attacchi a Deir al-Balah e quartieri centrali
Bombardamenti particolarmente intensi hanno colpito i quartieri di Tel al-Hawa, Shati, Sabra e al-Daraj. In diversi casi intere famiglie risultano disperse. L’agenzia Shahab riporta che a Deir al-Balah, nel centro della Striscia, tre persone sono morte e diverse altre sono rimaste ferite in un raid che ha distrutto un edificio residenziale. Testimoni hanno parlato di scene di panico, con ambulanze che non riuscivano a raggiungere alcune zone.
01:14 – Cuomo: “La carneficina deve finire”
L’ex governatore di New York Andrew Cuomo ha parlato al New York Times di un conflitto che “ha superato ogni limite di sopportazione”. Cuomo, che si è sempre dichiarato vicino a Israele, ha chiesto la restituzione immediata degli ostaggi e la fine degli scontri. “Non c’è dubbio che la gente di New York e della nazione intera stia guardando a questa carneficina con orrore. È andata avanti fin troppo a lungo e deve finire oggi stesso. È orribile, sarebbe dovuta finire mesi fa”, ha dichiarato.
01:09 – Civili in fuga da Gaza City
L’ingresso dei tank israeliani ha scatenato un esodo di massa. Migliaia di persone hanno abbandonato Gaza City in piena notte, dirigendosi a piedi o con mezzi improvvisati verso sud. Le immagini diffuse mostrano lunghe colonne di civili con poche borse al seguito, bambini in braccio e anziani trasportati a fatica. Il suono continuo delle esplosioni accompagnava la marcia, con la paura costante di nuovi attacchi lungo il percorso.
00:55 – Padre Romanelli: “Attendiamo il peggio cantando lo Stabat Mater”
Padre Gabriel Romanelli, parroco della chiesa latina della Sacra famiglia a Gaza, ha raccontato una scena di disperazione. “I quartieri continuano a essere evacuati e bombardati, la gente fugge verso sud, non si può neanche contare quante persone siano coinvolte”, ha detto. Nel compound della parrocchia, dove hanno trovato rifugio sfollati e disabili, si è scelto di non abbandonare nessuno, anche se i bombardamenti sono sempre più vicini. “Abbiamo cantato lo Stabat Mater, un inno alla Madre addolorata sotto la Croce, perché è così che ci sentiamo anche noi”, ha aggiunto.
00:23 – Famiglie ostaggi in corteo a Gerusalemme
Le famiglie degli ostaggi hanno organizzato una marcia verso la residenza del premier Netanyahu, in Gaza Street a Gerusalemme. Centinaia di persone hanno partecipato alla manifestazione, chiedendo con forza al governo di impegnarsi di più per riportare a casa i propri cari. L’iniziativa ha assunto un carattere simbolico: mentre i tank entravano a Gaza City, i familiari manifestavano a poche decine di metri dal cuore politico di Israele.
00:22 – Stato maggiore israeliano: “È solo l’inizio”
Lo Stato maggiore israeliano ha confermato che l’attacco in corso rappresenta soltanto la fase iniziale di una campagna molto più ampia. “C’è un’intera banca di obiettivi che attendono di essere colpiti”, ha spiegato una fonte militare, lasciando intendere che i raid e le operazioni di terra si protrarranno per giorni. Le parole arrivano mentre l’opinione pubblica israeliana è divisa tra la richiesta di sicurezza e il timore per gli ostaggi ancora nelle mani di Hamas.