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Mario Draghi scuote Bruxelles: “Il modello europeo è morto, agire ora o non c’è futuro”

Pubblicato: 16/09/2025 11:29

Mario Draghi torna a Bruxelles e usa parole taglienti, ben oltre la diplomazia che spesso avvolge i palazzi europei. A un anno dal rapporto sulla competitività, l’ex premier italiano si presenta davanti alla Commissione e a Ursula von der Leyen con un avvertimento drammatico.

“L’Europa rischia di perdere non solo terreno economico, ma anche la propria sovranità se non accelera sulle riforme e sugli investimenti”. È il Draghi più politico degli ultimi tempi, che negli ultimi mesi ha più volte criticato la lentezza dell’Unione.

“Il nostro modello di crescita sta svanendo. Le vulnerabilità stanno aumentando. E non esiste un percorso chiaro per finanziare gli investimenti di cui abbiamo bisogno”, ha denunciato. E poi l’affondo: “L’inazione minaccia non solo la nostra competitività, ma anche la nostra stessa sovranità”. Un messaggio che sa di ultimatum: “Servono risultati nel giro di mesi, non di anni”.

Tre mosse per non essere travolti

Draghi ha indicato tre priorità da cui non si può più prescindere. Primo, un “28° regime” che tolga barriere alla diffusione delle nuove tecnologie e liberi le imprese dalla frammentazione tra Paesi. Secondo, una deregulation che alleggerisca norme come il Gdpr, giudicato un freno all’uso dei dati per l’intelligenza artificiale. Terzo, l’integrazione verticale dell’IA nell’industria, “settore in cui l’Europa ha ancora un vantaggio grazie all’automazione industriale, ma che resta sottoutilizzato”.

Per l’ex presidente della Bce, questa è l’unica strada per evitare che il continente scivoli verso l’irrilevanza, stretto in una morsa mortale tra Stati Uniti e Cina. La sfida è “consolidare un’IA basata su proprietà intellettuale europea” per rafforzare le industrie chiave.

Energia e divario con Stati Uniti e Cina

l’altro caposaldo del discorso è stato l’energia. “I prezzi del gas nell’Ue sono ancora quasi quattro volte superiori a quelli degli Stati Uniti. Se questo divario non si riduce, la transizione verso un’economia ad alta tecnologia si bloccherà”. Un avvertimento che colpisce anche i data center: domanda di elettricità +70% entro il 2030 e costi che già oggi arrivano al 40% dell’operatività.

Draghi ha riconosciuto progressi – cinque gigafabbriche di IA, riforma delle telecomunicazioni, crescita dei data center – ma il divario resta: “Lo scorso anno gli Stati Uniti hanno prodotto 40 grandi modelli di base di IA, la Cina 15 e l’Europa solo 3”. E ha lanciato l’ennesimo avviso: “Tra le Pmi l’adozione resta bassa, tra il 13 e il 21%”.

Un Draghi sempre più voce critica dell’Europa

Il messaggio finale è quasi una sfida: “Troppo spesso si trovano scuse per la lentezza: è compiacimento”. Con la “strategia Apply AI” che sarà “un test fondamentale”, Draghi mette Bruxelles davanti allo specchio. O l’Europa accelera e investe, o il rischio di un crollo che la renda debole e marginale è più che mai vicino.

Le continue critiche e gli appelli di Draghi, secondo alcuni, segnano un suo lento ma costante ritorno al mondo della politica. I rumors dicono che l’ex banchiere punterebbe al Quirinale, e questa volta – a differenza che in passato – la difficile situazione economica italiana potrebbe spingere i partiti a trovare un accordo per favorire la sua ascesa. La partita è tutta da giocare.

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